Unicredit-Bpm, tensione Salvini-Tajani. Il leghista dopo la posizione di FI: "Delle banche si occupa il ministro dell'Economia, sì al golden power"

 Salvini ritiene che sull’eventuale fusione UniCredit-Bpm vada usato il “golden power” da parte del governo, contrariamente a quanto detto da Tajani ieri

di Redazione
Politica

Unicredit-Bpm, tensione Salvini-Tajani sul golden power 

Nuova tensione Lega-FI. E al centro del dibattito c'è l'operazione Unicredit-Bpm. Contrariamente a quanto detto da Tajani, Matteo Salvini ritiene che sull’eventuale fusione UniCredit-Bpm vada usato il “golden power” da parte del governo. Lo ha detto ai giornalisti a margine del Consiglio Trasporti indicando di essere contrario all'operazione. Ieri il ministro degli esteri Antonio Tajani ha dichiarato di non ritenere che il “golden power” debba essere usato. Si tratta dello strumento normativo a disposizione del governo che consente di bloccare o apporre particolari condizioni a specifiche operazioni finanziarie, che ricadano nell'interesse nazionale.

Salvini ha voluto precisare che delle banche si occupa il ministro dell’Economia e non il ministro degli Esteri. “C’è un ministro dell’Economia e deciderà lui”, ha detto aggiungendo di essere contrario all’operazione “’perché rischia di concentrare il settore bancario, di allontanare le banche dai cittadini e dalle imprese in territori come la Lombardia, il Veneto e l'Emilia Romagna che hanno bisogno di avere sportelli, non di avere sportelli chiusi. Comporterebbe la chiusura di centinaia di sportelli e migliaia di licenziamenti. Poi sull’italianità di UniCredit sfido chiunque a dimostrare che con un azionariato di estrema minoranza italiano si possa parlare di banca italiana: quanti hanno la sede in Italia, hanno le fabbriche all’estero e pagano all’estero?”.

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