Uno sciopero che danneggia chi lavora. Landini pensa all'euro-seggio Pd...

Ma il garante riduce la mobilitazione di venerdì 17 novembre

Di Alberto Maggi
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Maurizio Landini Manifestazione CGIL
Politica

Come diceva Giulio Andreotti, a pensare male si fa peccato ma qualche volta ci si azzecca...

 

Alla ricerca di una poltrona. Magari al Parlamento europeo visto che si vota il prossimo 9 giugno. D'altronde 15mila euro al mese fanno comodo. Eccome se fanno comodo. Anche (e soprattutto) a chi come Maurizio Landini ha organizzato il solito, classico, per certi versi vergognoso, sciopero generale, ma solo con la Uil (questa addirittura di 24 ore), per venerdì 17 novembre (porta pure sfiga).

Anche se dalla Commissione di garanzia è arrivata una parziale legnata per la Cgil, riducendo la durata della mobilitazione. Il Garante conferma "il contenuto del provvedimento adottato in data 8 novembre" sullo sciopero di venerdì 17 proclamato da Cgil e Uil, con cui chiede la rimodulazione dello stop in alcuni settori. "Lo sciopero, così come proclamato dalle confederazioni sindacali (con esclusione di numerosi settori) non può essere considerato, come da consolidato orientamento della Commissione, quale sciopero generale, ai fini dell'applicazione della disciplina che consente delle deroghe alle normative di settore sui servizi pubblici", si legge in una nota dopo l'incontro con i due sindacati.

La Lega esulta, e attacca di nuovo Landini: "La Commissione di Garanzia degli scioperi mette in castigo il capriccioso Maurizio Landini: bocciata la pretesa del leader della Cgil di trascorrere un weekend lungo il prossimo 17 novembre sulla pelle di milioni di italiani. La mobilitazione non potrà essere di 24 ore: i troppi anni a servizio del Pd al governo nazionale hanno arrugginito la Cgil che evidentemente ha dimenticato l’abc". Parole più soft del vicepremier leghista. Un appello “al buonsenso e al rispetto delle regole” lo formula Salvini dopo l’intervento della Commissione di Garanzia per gli scioperi, che ha dato torto alla Cgil e alla Uil. “Difendiamo il sacrosanto diritto alla mobilitazione, ma deve avvenire nel rispetto delle regole e non sulla pelle di milioni di famiglie, studenti e lavoratori. Una minoranza di iscritti ad alcune sigle sindacali non può danneggiare un intero Paese” spiega Salvini.

Cgil e Uil (costola ormai dell'organizzazione di Landini) che hanno organizzato l'astensione dal lavoro in tutta Italia tirano comunque dritto e se ne fregano della decisione del Garante. "Confermiamo la proclamazione dello sciopero generale e le sue modalità di svolgimento per la giornata del 17 novembre - affermano in una nota congiunta -. Non condividiamo la decisione assunta dalla Commissione di Garanzia. Si tratta - proseguono le due Confederazioni - di un'interpretazione che non riconoscendo la disciplina dello sciopero generale, mette in discussione nei fatti l'effettivo esercizio del diritto di sciopero sancito dalla Costituzione a tutte le lavoratrici ed i lavoratori". Landini e Bombardieri si dicono "attenti e rispettosi delle regole", ma contestano il fatto che la Commissione non avrebbe spiegato "su quali basi normative ha deciso che non si tratta di uno sciopero generale". Bontà loro, i due confermano la "disponibilità ad aderire alle indicazioni della Commissione per il settore dei vigili fuoco e quello del trasporto aereo".

Ma la querelle continua. Il Mit guidato da Salvini è pronto a inviare - già nelle prossime ore - una lettera ai promotori dello sciopero del prossimo 17 novembre per auspicare un ripensamento anche alla luce delle indicazioni del Garante. Si ricorda - spiegano fonti del dicastero - che la missiva è la prima azione contemplata dalle norme, che successivamente prevedono una eventuale convocazione a un tavolo fino all’estrema conseguenza della precettazione. L’obiettivo di Salvini è tutelare l’interesse pubblico di almeno 20 milioni di italiani. 

La trovata di Landini resta comunque un bel modo insomma per fare un lungo ponte nel cuore dell'autunno. Parliamoci chiaro, senza giri di parole: su questa vicenda dello sciopero generale, che colpisce soprattutto il settore dei trasporti, ha ragione al 100% il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini, come dimostrano tutti i sondaggi e non solo quelli di Affaritaliani.it.

Indire una mobilitazione che paralizza i mezzi di trasporto per un'intera giornata gettando nel caos lavoratori, studenti e chiunque abbia necessità (anche mediche) di spostarsi è un gesto che non fa certo onore a chi, a parole, difende i lavoratori. Quelli che una volta, all'epoca di Don Camillo e Peppone, erano la cosiddetta classe operaia. Guarda caso gli scioperi sono sempre di venerdì, perché mai in mezzo alla settimana? Perché mai di mercoledì? Il signor Landini, se davvero volesse smentire le parole del leader leghista, potrebbe spostare lo sciopero, quantomeno. No, sempre di venerdì. Un bel pontazzo.

E a farne le spese, visto che è previsto anche il ritorno della pioggia verso il fine settimana, come al solito saranno soprattutto i pendolari, o chi comunque ha necessità di spostarsi, che resteranno in mezzo alla strada, nervosi, arrabbiati e con la pressione sicuramente alta e la tachicardia. Ma il signor Landini, che quando governava Giuseppe Conte (ovviamente giallo-rosso con il Pd) era un agnellino, così come lo fu con Mario Monti e con il massacro della Legge Fornero e come lo è stato con Mario Draghi a Palazzo Chigi, ha bisogno di visibilità. Sgomita, si agita. D'altronde è ormai a fine mandato alla guida della Cgil, sindacato sempre più lontano dalle vere esigenze dei lavoratori, e fare la guerra al cattivo, nazista, razzista, xenofobo a Salvini fa comodo.

Fa molto comodo, magari farà anche guadagnare una candidatura alle prossime elezioni europee per un bel seggio sicuro a Strasburgo. D'altronde lo abbiamo visto in passato, la Cgil è spesso, quasi sempre, stata il trampolino per la carriera politica. È accaduto con Cofferati, con Epifani e con Camusso. E ora, probabilmente, succederà con Landini. A un lavoratore che venerdì dovrà stare a casa perdendo quindi soldi in busta paga, o dovendo chiedere un giorno di ferie, e che magari fatica ad arrivare a fine mese, che cosa dice il signor Landini? Il diritto allo sciopero è sancito nella Costituzione e ci mancherebbe altro. Nessuno lo tocca e non va toccato, ovvio.

Ma farne così tanti, sempre di venerdì e in un settore strategico come quello dei trasporti - guarda caso quando al governo c'è il Centrodestra - appare con tutta la buona volontà strumentale e finalizzato non tanto a difendere una categoria di lavoratori, che fa bene a lamentarsi del contratto scaduto e delle condizioni di insicurezza nelle quali è costretta a lavorare, quanto a un'operazione di marketing magari per un futuro (a breve termine), possibile, in politica. Il signor Landini è ancora in tempo: cancelli l'inutile sciopero di venerdì e si sieda al tavolo per fare il suo mestiere e cioè difendere i lavoratori. Chissenefrega se al MIt c'è Salvini e non il Dem Graziano Delrio, come anni fa. Si discute e si cerca un'intesa. Altrimenti, come diceva Giulio Andreotti, a pensare male si fa peccato ma qualche volta ci si azzecca...