Vannacci: "Macron parli per la Francia e per i suoi soldati". Intervista

L'ex Generale: "Migranti? Bene gli accordi bilaterali di Meloni ma non bastano. L'esempio da seguire è l'Australia. Solo Salvini ha davvero fermato gli sbarchi"

Di Alberto Maggi
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Roberto Vannacci
Politica

Lega, Vannacci a Zaia: "Il Veneto mi ha sempre accolto con grande entusiasmo"

 

"La questione dei riservisti era già stata posta dal ministro della Difesa e come dicevano i latini, se vuoi la pace prepara la guerra". Con queste parole il generale Roberto Vannacci, candidato indipendente nelle liste della Lega alle elezioni europee dell'8-9 giugno, commenta con Affaritaliani.it le parole del generale Carmine Masiello, Capo di Stato maggiore, che ha affermato che 'Servono più armi e riservisti' e che 'dobbiamo fare in fretta'. "Azioni di efficientamento delle Forze Armate per essere preparati a ogni scenario in questa situazione sono giuste. Solo con delle forze armate di eccellenza si possono affrontare le incertezze del futuro. La Difesa della Patria non è né di destra né di sinistra e solo in una Patria difesa e sicura si possono sviluppare le altre funzioni di sviluppo sociale che ne consentono il progresso, il benessere e la ricchezza".

Quanto alle parole del presidente della Francia Emmanuel Macron che ha espressamente evocato l'invio di militari in Ucraina se la Russia dovesse sfondare, Vannacci è netto: "E' il parere di Macron, nessuna alleanza o intesa ci obbliga o rendere vincolante l'invio di militari in Ucraina, Paese che non è né nella Nato né nell'Unione europea. Le esternazioni di Macron valgono per la Repubblica francese e non può parlare a nome della Nato o della Ue. Non condivido assolutamente le parole di Macron e, soprattutto, non sono supportate a livello giuridico. Parli per la Francia e per i suoi soldati, e non si impegni per la Nato o per gli altri Paesi europei".

Passando alle questioni interne, sulle parole di Luca Zaia che ha detto che votare Vannacci alle Europee sarebbe un 'tradimento', il generale risponde: "Ripeto che sono questioni interne al partito del quale non faccio parte. Sono le opinioni del Governatore del Veneto, aspettiamo il risultato delle urne. Quello conta. Il Veneto mi ha sempre accolto con entusiasmo ed è con il medesimo entusiasmo che vi ritornerò per ribadire il mio impegno a combattere con determinazione e coraggio in Europa per gli ideali di Patria, sovranità nazionale, difesa dei confini, libera impresa e identità che gli eredi della Repubblica di Venezia, che ha dominato il Mediteranneo per mille anni, non possono non condividere".

Quanto al tema immigrazione irregolare, alla domanda se la strategia di Giorgia Meloni di viaggi e accordi con Paesi del Nord-Africa come Tunisia ed Egitto, Vannacci risponde: "Quella degli accordi bilaterali con i Paesi di transito e di origine dell'immigrazione irregolare è una delle strade percorribili. L'importante sono i risultati, servono metodi che siano sinergici. Fa bene il presidente del Consiglio a portare avanti queste iniziative, ma serve a livello europeo ottimizzare l'impianto normativo per accettare solo l'immigrazione regolare e impedire quella clandestina".

Secondo Vannacci "un esempio che si può seguire è quello dell'Australia che ha risolto il problema dell'immigrazione clandestina nel 2013, democraticamente rispettando i diritti dell'uomo. Come? Con accordi bilaterali con l'Indonesia e con una politica anti immigratoria estremamente muscolare e determinata. Oggi l'unico modo per andare in Australia è richiedendo il visto. La strategia ha avuto un ottimo risultato e l'Australia non è stata condannata per il mancato rispetto dei diritti umani da alcun tribunale internazionale. Quello australiano è un esempio che si può seguire, ovviamente contestualizzandolo alla realtà europea tenendo presente che nella stessa Europa ci sono Paesi mediterranei come Malta che hanno già posto severe limitazioni all'ingresso irregolare di immigrati. Ed è quindi come se l'Italia sia soggetta ad accoglierli per colpa di politiche poco restrittive che non rendono sconveniente l'approdo in Italia".

A tal proposito, quando Matteo Salvini era ministro dell'Interno nel 2018 aveva quasi azzerato il numero degli sbarchi. I Decreti Sicurezza di Salvini erano la soluzione migliore? "Il ministro Salvini è stato l'unico con i suoi decreti ad aver ottenuto, dal punto di vista empirico, una fortissima riduzione dei flussi di immigrati irregolari in Italia. Oggettivamente i suoi decreti del 2018 hanno ottenuto risultati ottimi e sono stati la migliore soluzione adottata finora, lo dicono i fatti, i numeri, che non sono opinioni", conclude Vannacci.