Variante Omicron mette in crisi le certezze del governo e dei partiti

Senza strategie anti virus alternative o complementari a quella del vaccino, non c’è il rischio di perdersi nella rincorsa alla proliferazione delle mutazioni?

L'opinione di Massimo Falcioni
Mario Draghi (Lapresse)
Politica
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Covid, variante Omicron (o sudafricana) può mettere in crisi l'auspicio di Draghi sul Natale "normale"

Adesso, con la tegolata di Omicron, un ceppo contagioso del virus con 32 mutazioni, il rischio è che la variante sudafricana possa sfuggire agli attuali vaccini con conseguenze oggi non prevedibili. Non solo: la nuova prevedibile ondata può destabilizzare la strategia anti pandemia (o anti virus) basata sulla vaccinazione, può creare il caos nei mercati e in Italia può far saltare l’auspicio del premier Draghi: ”Per i vaccinati un Natale normale”. Limitandoci al nostro Paese, in caso di sfondamento di Omicron e, soprattutto in caso di “impotenza” dei vaccini usati fin ora, come la prenderebbe quell’80% degli italiani già vaccinati perché si erano fidati delle autorità sanitarie, politiche e istituzionali? Non era e non è un cavallo di battaglia dei “No vax” lo slogan: “La vaccinazione non protegge dal Covid, tanto meno dalle sue varianti”? Ora, Pfizer e BioNTech, già mettono le mani avanti annunciando di poter studiare e produrre un vaccino anti varianti in poco più di tre mesi. Bene, si fa per dire.

Covid, vaccino, mutazioni e strategie alternative

Ma su questa strada, senza strategie anti virus alternative o complementari a quella del vaccino, non c’è il rischio di perdersi nella rincorsa alla proliferazione delle mutazioni, creando ovunque disorientamento e paura e dilatando la sfiducia nella gente che “non ne può più”? La matassa è ingarbugliata perché, senza aver davvero mai chiarito l’origine del Covid 19 (virus naturale o ingegnerizzato e poi fuoriuscito dai laboratori cinesi di Wuhan?) c’è una corsa a rincorrere il virus: si tappa un buco e se ne riapre subito un altro. Ogni volta che la fine della pandemia pare avvicinarsi ecco una nuova variante che, da qualsiasi parte nasca, poi si espande a macchia d’olio quasi ovunque nel mondo.

Fatto sta che alla fine del novembre 2021 pare che si ritorni ai mesi più bui dello scorso anno. Va subito detto quel che non si dice: che alcuni dei contagiati nei Paesi sudafricani erano vaccinati con i “nostri” farmaci quali Pfizer, AstraZeneca, Johnson&Johnson e che l’annuncio del ministro Speranza di cancellare i collegamenti aerei con i Paesi africani colpiti e vietare l’ingresso per chi ha viaggiato negli ultimi 14 giorni lascia il tempo che trova nel senso di “chiudere la stalla quando i buoi sono già usciti”. I governi, in particolare quello italiano che si vanta, anche giustamente, della campagna vaccinale di massa e da ultimo promoter del Super Green Pass (di fatto il lockdown per chi insiste a rifiutare il vaccino e il senso di sicurezza per i vaccinati “liberi” nel periodo delle festività natalizie), adesso rischiano grosso non sapendo che dire sull’evoluzione data dalla variante e che strada prendere.

Omicron allarma e quindi ai cittadini vanno imposte ancora nuove (pesanti) restrizioni o la nuova variante non è poi così grave da dover essere costretti a dire che le vaccinazioni fatte fin qui sono state inutili? L’unica certezza è che il virus non ha confini e smonta le facili illusioni come quella che il raggiungimento dell’immunità di gregge garantisce la fine della pandemia. Giusto tentare tutte le strade che abbiano validità scientifica senza però illudersi e illudere, come fin qui fatto in Italia con le vaccinazioni e i lockdown. Ciò non vuol dire mettere in croce che si trova a dover decidere né tanto meno abbassare la guardia: tutt’altro, che anzi va rafforzata sapendo, come insegnano tutte le guerre, che non si vince puntando tutto su una sola arma. Il rischio è che la politica, in primis i partiti che in Italia sono deboli e divisi come mai prima, utilizzino la pandemia e il suo iter per “salvarsi” alimentando tensioni e panico (anche grazie ai media) tenendo i cittadini divisi e al guinzaglio, ben sapendo che il cane impaurito (e bastonato) non morde il padrone.     

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