Regionali, FdI abbassa i toni. Il Veneto alla Lega per evitare la crisi e tutte le altre regioni al voto a meloniani e Forza Italia
Speranzon ad Affari e la lettura che danno nel Carroccio
Fratelli d'Italia con il consiglio federale leghista di ieri a Roma ha capito che quello della Lega di correre da sola in Veneto non è affatto un bluff
"Il clima rasserenato in casa Lega è una bellissima notizia e aiuterà a trovare concordia nel candidare, da parte dell'intero Centrodestra, il profilo migliore per governare il veneto del futuro", afferma ad Affaritaliani.it Raffaele Speranzon, vicecapogruppo vicario di Fratelli d'Italia al Senato (veneto doc) in merito alla presa di posizione di ieri da parte del consiglio federale della Lega che in modo compatto, a partire dal segretario Matteo Salvini e dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, si sono stretti attorno a Luca Zaia ribadendo con forza che il candidato alle prossime elezioni regionali in Veneto dovrà essere o Zaia o un'altra esponente della Lega.
Alle domande se quindi FdI e Forza Italia lasceranno il Veneto al Carroccio e se sia possibile un ripensamento sul terzo mandato per consentire a Zaia di ricandidarsi, Speranzon non ha voluto rispondere. La lettura che danno in casa Lega dii queste parole, a microfono spento ed essendo Speranzon un uomo vicinissimo alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, è che Fratelli d'Italia con il consiglio federale leghista di ieri a Roma ha capito che quello della Lega di correre da sola in Veneto non è affatto un bluff, anzi è un'ipotesi concreta e sul tavolo nel caso in cui la premier volesse per il suo partito il governatore.
E quindi a questo punto sarebbe partito da Palazzo Chigi l'ordine dii abbassare i toni e non riaccendere la polemica con la Lega. La soluzione si troverà sul tavolo complessivo delle regioni che andranno al voto, come ha spiegato ieri proprio ad Affaritaliani.it Alessandro Cattaneo, responsabile Dipartimenti di Forza Italia. Oltre al Veneto, andranno al voto o in autunno o all'inizio del 2026 regioni importanti come la Toscana, la Campania, le Marche, la Puglia e forse la Sardegna se venisse confermata la decisione di far decadere la presidente Alessandra Todde. E' del tutto evidente, spiegano in casa Lega, che tenendo quasi sicuramente il Veneto, al Carroccio non andrà nessun'altra candidatura che invece verranno divise tra Forza Italia e Fratelli d'Italia. Quanto al terzo mandato è molto più difficile, ma Salvini proverà fino all'ultimo a capire se ci sono possibilità di far cambiare idea agli alleati.
Meloni - spiegano dal Carroccio - non vuole problemi a livello nazionale in una fase così delicata soprattutto in Europa e a livello internazionale con l'Italia che è il Paese più stabile dell'Ue e proprio la premier sarà il ponte di collegamento tra Bruxelles e gli Stati Uniti d'America di Donald Trump. Rischiare di rompere la coalizione con il serio pericolo di elezioni anticipate sarebbe una follia e quindi, vista la risolutezza della Lega e di Salvini incluso, via libera al candidato del Carroccio (difficile sia ancora Zaia ma la partita non è chiusa del tutto) e in cambio Meloni andrà avanti serena alla guida del Paese come leader europeo più stabile e con il miglior rapporto con il nuovo inquilino della Casa Bianca.
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