Vignetta riparatoria del Fatto, la sorella della Meloni Arianna ne esce peggio
Charlie Hebdo si schiera con Travaglio: "Vergognosa reazione a sinistra. È una confessione di connivenza: il potere non si deve attaccare"
Vignetta riparatoria del Fatto, questa volta a letto c'è Lollobrigida, ma...
La vignetta del Fatto Quotidiano sul "caso Lollobrigida" ha provocato un polverone, così il direttore Travaglio ha deciso di farne un'altra "riparatoria" pubblicata sul giornale di oggi e sempre firmata da Natangelo. Ma anche questa è destinata a far discutere. A farne le spese è sempre la sorella della premier Meloni, questa volta a letto col marito, il ministro Lollobrigida che legge il giornale. Lei sembra delusa e ha le braccia incrociate: "Preferivo la vignetta di prima", dice la sorella della premier. Nella vignetta precedente la donna era a letto con un uomo di colore. Quel disegno aveva provocato il caos, con indignazione generale di tutta la maggioranza di governo ma non solo, solidarietà anche da Renzi e Calenda. E un coro unanime: "Travaglio chieda scusa". Charlie Hebdo, il giornale francese di satira che ha subito un attacco terroristico per i contenuti delle sue vignette si schiera con Travaglio: "Vergognosa reazione a sinistra. È una confessione di connivenza: il potere non si deve attaccare".
La premier Meloni era intervenuta con un post su Facebook: "Quella ritratta nella vignetta è Arianna. Una persona che non ricopre incarichi pubblici, colpevole su tutto di essere mia sorella. Sbattuta in prima pagina con allusioni indegne, in sprezzo di qualsiasi rispetto verso una donna, una madre, una persona la cui vita viene usata e stracciata solo per attaccare un Governo considerato nemico. E il silenzio assordante su una cosa del genere, da parte di quelli che dalla mattina alla sera pretendono di farci la morale, dimostra plasticamente la malafede della quale siamo circondati. Ma se qualcuno - prosegue la premier - pensa di fermarci così, sbaglia di grosso. Più sono circondata da questa ferocia, più sono convinta di dover fare bene il mio lavoro. Con amore. La cattiveria senza limiti la lasciamo agli autoproclamatisi buoni".