Virginia Raggi sogna le Europee: la giungla di Roma non le è bastata
L'ex sindaca di Roma le sta provando tutte per non scomparire dalla scena politico-mediatica. L'analisi
Virginia Raggi sogna le elezioni europee: la giungla di Roma non le è bastata
Virginia Raggi, ex sindaca di Roma, le sta provando tutte per non scomparire dalla scena politico – mediatica, ma ormai di frecce al suo arco ne sono rimaste ben poche. Intanto sullo sfondo c’è la “madre di tutte le opportunità” e cioè le elezioni Europee che si terranno a giugno del 2024. In pratica l’ultimo metrò.
Bruxelles, la capitale del Belgio e dell’Europa, promana una dolce e suadente melodia che, dai ghiacci della Finlandia e della Svezia, attraversa l’intero continente, arrivando alla assolatissima Italia per fermarsi a Roma. Qualche tempo fa si è fatto il nome di Arianna Meloni, sorella della premier e moglie del ministro Francesco Lollobrigida che potrebbe essere candidata capolista di Fratelli d’Italia nella circoscrizione Centro.
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Ma si è fatto anche il nome di Donna Virginia Raggi con i Cinque Stelle o magari contro, con Alessandro Di Battista, se Giuseppe Conte, come in passato, le rinnoverà le sue ostilità. Anche Rocco Casalino, tempo fa, ha esternato a favore della capitale belga avendo capito di aver fatto una cappellata immane a non candidarsi alle ultime elezioni politiche nostrane.
Che ormai i Cinque Stelle siano un partito sfiatato e giunto al capolinea è cosa del tutto evidente. Beppe Grillo ha commesso molti errori in passato circondandosi di improbabili “attori in cerca d’autore” che molte volte più che risolvere i problemi dell’Italia dovevano risolvere quelli personali. Ma veniamo a Virginia Raggi che aspirerebbe al salto euro – parlamentare pur guidando una modestissima opposizione in Campidoglio, oltretutto nella solita posizione di ambiguità con il Partito Democratico del sindaco Roberto Gualtieri.
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La Raggi è stata brutalmente punita dai romani che l’hanno relegata all’ultimo posto tra i candidati alle ultime elezioni amministrative, quelle appunto vinte dall’attuale sindaco Gualtieri. L’hanno punita per quello che ha fatto ma soprattutto non ha fatto per la Capitale. Strade dissestate con buche degne di Beirut, trasporti sgangherati con bus che andavano a fuoco, raccolta differenziata al palo, opposizione ideologica al termovalorizzatore che ha portato Roma ad essere assediata da una valanga di rifiuti maleodoranti che ci hanno fatto finire in prima pagina del New York Times, invasioni di animali selvatici come cinghiali, serpenti, uccelli predatori, topi giganti, zanzare e chi più ne ha più ne metta, attratti dai rifiuti lasciati all’aperto dall’Ama, una girandola di consiglieri ed assessori che cambiavano in continuazione.
Un ultimo “regalino” della Raggi sono poi le inutili piste ciclabili che stanno diventando un vero problema per la sicurezza dei romani: hanno tolto spazio alle strade e costretto i cittadini a guardarsi di continuo le spalle da ciclisti sparati a tutta velocità. Ne è un esempio la contestata ciclabile di Torrino - Eur e quella di Ostia. Tacciamo poi il noto “complotto dei frigoriferi” e i progetti di improbabili teleferiche e il mitico “Stadio della Roma”.
Attualmente Virginia Raggi è presidente del Comitato per Roma Expo 2030, anche se - fortunatamente - il Pd non le sta facendo toccare palla. Ma lei insiste e non demorde. A luglio è riuscita addirittura ad intrufolarsi da Papa Francesco che le ha concesso una udienza ufficiale in virtù di vetuste consonanze peroniste. La Raggi da qualche tempo - in piena conversione mistica - si è infatti riavvicinata alla Chiesa cattolica perorandone la posizione contro il cosiddetto “utero in affitto”, anche in opposizione alla maggioranza del suo stesso partito, ridivenuto ora - per opportunità - laico. “Bruxelles - è il caso di dirlo - val bene una messa”.