Zelensky a Sanremo non è una buona idea: ecco perchè

Zelensky a Sanremo non è una buona idea: spunta il pericolo dell’”Effetto Sanpaolo” per la premier Giorgia Meloni

Di Giuseppe Vatinno
Politica

Zelensky a Sanremo non è una buona idea, chi vuole "morire per Kiev"? Il commento 

L’ultima polemica è se sia appropriato oppure no che Volodymyr Zelensky, leader “a sua insaputa” dell’Ucraina, intervenga al festival a Sanremo. Una polemica che giunge come la classica ciliegina sulla torta di una vicenda che ha del surreale e che sta in piedi su un equivoco. L’Occidente ha appoggiato finora indiscriminatamente l’Ucraina in una guerra che non è la sua. Intanto cominciamo col dire che Zelensky è un guitto, un comico di avanspettacolo, un furbo promotore di se stesso (in famiglia infatti parla il russo, sua nazione di origine) che deve la sua fortuna a questi tempi matti e disperatissimi.

Solo in “Occidente” (inteso come espressione allargata e non solo geografica) poteva infatti essere eletto un attore di terzo ordine, un comico populista e chiacchierone, che aveva fatto una serie televisiva “Servitore del Popolo” in cui interpretava il ruolo di Presidente dell’Ucraina. E solo in terre che hanno perduto la bussola dell’eticità e della convenienza poteva poi trasformare in realtà una fiction, portando tutta la sua impreparazione politica al potere, peraltro ampiamente supportata economicamente dal super oligarca Kolomojskyj.

Diciamo poi che Zelensky in patria c’aveva parecchi guai giudiziari e processi con l’accusa di corruzione e che la guerra lo ha salvato dal carcere. Nicola Porro sul suo blog, qualche tempo fa ci andò giù duro parlando apertamente di gravi accuse di corruzione e amicizie pericolose, come emerso nei cosiddetti Pandora papers, frutto di uno studio condotto da una moltitudine di giornalisti investigativi internazionali. Insomma, non solo l’uomo con la maglietta verde ma anche alcuni suoi stretti collaboratori erano fortemente accusati di corruzione per una rete di società offshore situate in paradisi fiscali.

Diciamo anche che il figlio di Biden aveva fatto affari con l’energia proprio in Ucraina e diciamo pure che in Ucraina ci sono stati due “colpi di Stato”, dopo che la componente filo – russa aveva vinto legalmente le elezioni. Di questo non si parla mai in Occidente, ma le cose stanno così.

Poi ci sono anche altre considerazioni sgradevoli da fare. La prima è che in ucraina opera il famigerato battaglione Azov (denunciato dalla stessa Onu) e i suoi simboli nazisti come il Wolfsangel, la “trappola per lupi”, rievocano un passato non piacevole per i Russi e la democrazia mondiale.

La seconda è che le stesse minoranze russe hanno subito pesantissime ritorsioni in Ucraina come per la “strage di Odessa”, che ora la scaltra Wikipedia chiama l’ “Incendio della Casa del Popolo”, in una sottile e inquietante opera di disinformazione. In questo frangente bruciarono ufficialmente in un palazzo cinquanta militanti filo – russi mentre ai vigili del fuoco veniva impedito l’intervento dai filo ucraini. La terza è che Zelensky è pericoloso per la stessa pace in Ucraina, per il suo popolo e per il mondo intero.

Infatti da guitto di terzo ordine il comico è diventato una star mondiale e difensore della democrazia. Un titolo immeritato per chi ha provato più volte a trascinare il mondo nella Terza Guerra Mondiale certamente atomica e non è detto che non riesca nel suo intento. Se non ci fosse stato lui la pace sarebbe stata già raggiunta ma la verità è che Zelensky ha tutto l’interesse ad alimentare una guerra continua.

Il suo look furbetto con maglietta militare verde da oliva sott’aceto la dice lunga sulla sua temibile capacità manipolatoria delle masse mondiali. Ed ora veniamo alla politica. Come è noto la coalizione di centro – destra che governa l’Italia ha al suo interno tre leader: Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Salvini è un grande amico di Putin e questo nessuno lo può negare, basta ricordare le sue foto con tanto di maglietta sulla Piazza Rossa a Mosca. Infatti si è espresso contro l’intervento a Sanremo.

Poi c’è Berlusconi che ancor è più amico di Putin, che ospitava personalmente e con cui si sente ancora cordialmente. E poi c’è l’anomalia, e cioè Giorgia Meloni. Infatti la leader di Fratelli d’Italia fino a poco tempo fa era in ottimi rapporti con Viktor Orbán e nulla fa pensare che le cose siano cambiate. E Orbán è molto amico di Putin, per rimanere su un piano, come dire, confidenziale.

Dunque l’intero centro – destra dovrebbe “parteggiare” per la Russia invece il premier fa il contrario e Salvini e Berlusconi devono loro malgrado accettare perché ora sono in minoranza. In realtà la Meloni si era fatta dei piani ben precisi. Sapeva che il popolo italiano l’avrebbe premiata per la sua scelta coerente di stare lontano dal potere e all’opposizione ed aveva cominciato un processo di apparente conversione. Contemporaneamente sapeva che non avrebbe potuto governare se non avesse ripudiato le sue “amicizie pericolose” con Orbán e i sovranisti. Infatti, in caso contrario, avrebbe avuto subito contro Usa e UE, perché l’Italia, come noto, è un Paese sotto tutela a livello internazionale dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Così ha “ripudiato” per tempo il passato ed ha sposato la causa contraria con quell’ardore tipico dei neoconvertiti che potremmo chiamare “effetto San Paolo”. Non avrebbe potuto governare perché alla prima sbavatura l’Occidente le avrebbe ricordato il suo passato “fascista”. Per questo la Meloni ha –ad esempio- ottimi rapporti con la comunità ebraica visto che le leggi razziali le fece proprio Benito Mussolini. Detto questo c’è anche da considerare che gli italiani e gli occidentali cominciano ad essere stufi di pagare i costi di una guerra non loro, si pensi solo all’inflazione devastante dovuta alle speculazioni energetiche. Ogni italiano paga un costo considerevole per questa guerra non sua. Prima della Seconda Guerra Mondiale si diceva che non si voleva “morire per Danzica” ora parafrasando si potrebbe dire che non si vuole “morire per Kiev” quindi, ecco, Zelensky farebbe meglio a non intervenire a Sanremo.

Tags:
sanremo 2023zelensky