Zelensky vuole jet. Sanremo, Calenda: "Boomerang". Al Bano: "Mai più a Mosca"

A Kiev non bastano i tank e chiede anche gli F-16. In Italia partiti spaccati sull'ospitata al festival. Prende posizione anche il cantante pugliese

Politica

A Zelensky non bastano i tank, vuole anche gli F-16

Non bastano più i carri armati, ora l'Ucraina di Volodymyr Zelensky vuole anche i caccia F-16. Come scrive il Corriere della Sera, "Zelensky si impegna a premere sui partner per avere al più presto anche i caccia F-16" dopo il via libera sui tank Leopard e Abrams. Ma, aggiunge il Corriere della Sera, "il portavoce del ministro della Difesa tedesco ha fatto sapere che «la fornitura di caccia F-16 non è sul tavolo», mentre dalla Casa Bianca dicono di «non essere sorpresi della richiesta» ma di «non aver annunci da fare». Gli F-16 per la loro capacità di penetrazione nel territorio russo rappresenterebbero un’arma preziosa per gli ucraini, ma sicuramente capace di spostare il conflitto su un livello diverso".

Partiti spaccati su Zelensky a Sanremo. Calenda: "Boomerang"

Intanto, una faglia percorre la politica italiana attraversando i partiti e le coalizioni. E' quella che si è venuta a creare con l'annuncio della presenza di Volodymyr Zelensky al Festival di Sanremo, con un intervento alla serata finale, l'11 febbraio. Dopo l'intervista di Vittorio Sgarbi ad Affaritaliani.it, anche Carlo Calenda esprime perplessità a Repubblica: "Temo che si rivelerà un boomerang", dice. "Non è un’occasione unica per comunicare con un pubblico più ampio?", gli chiede Repubblica. E lui risponde: "Sì, sì, questo è il pro. Ma per lanciare un messaggio il contesto conta. E qui non so come verrebbe preso un suo intervento infilato tra uno sketch e una canzone".

Il primo ad attaccare era stato Beppe Grillo sul suo blog: "Dalle bombe alle canzoni. Anche il dolore fa spettacolo", scrive il fondatore dle Movimento 5 Stelle a cui segue il commento di Giuseppe Conte che dei Cinque Stelle è il presidente: "Io sono stato molto contento quando il presidente Fico ha assunto l'iniziativa di invitare il presidente Zelensky a confrontarsi al Parlamento italiano, a poter esprimere le sue ragioni, le ragioni del suo popolo al popolo italiano. Io non credo francamente invece che sia così necessario avere il presidente Zelensky in un contesto così leggero come quello di Sanremo".

A difendere la scelta del direttore artistico Amadeus è, invece, la vicesegretaria e portavoce di Azione Mariastella Gelmini che invita il Movimento 5 stelle a "prendere drasticamente le distanze da questo post, se non vuol essere considerato un fiancheggiatore di Putin e dei suoi crimini". Carlo Calenda, che di Azione è il leader, sottolinea però che sarebbe "un errore combinare un evento musicale con il messaggio del presidente di un paese in guerra".

Nel centrodestra il fronte è compatto nel dire che il collegamento con il presidente ucraino sarebbe da evitare. Il ministro e vice presidente del Consiglio, Matteo Salvini, si augura che "Sanremo rimanga il festival della canzone italiana e non altro". Quanto alle scelte artistiche, "avranno fatto le loro valutazioni, quello che spero è che la guerra finisca il prima possibile e che il palcoscenico della città dei fiori rimanga riservato alla musica. Se avrò tempo di guardare il Festival, sarà per ascoltare le canzoni e non per ascoltare altro".

Parole alle quali risponde duramente l'esponente Pd, Filippo Sensi: "Un ministro della Repubblica che ironizza su Zelensky a Sanremo nelle ore in cui l'Ucraina piange le vittime dei missili russi". Per il senatore di Forza Italia e vice presidente di Palazzo Madama, Maurizio Gasparri, mettere insieme "la tragedia del popolo ucraino con il televoto delle canzoni non è un accostamento opportuno". E spiega: "Viviamo in un frullatore mediatico dove si può passare da un balletto a una canzonetta e poi denunciare l'aggressione all'Ucraina. Trovo questo accostamento sorprendente". 

In ordine sparso il Partito Democratico: Matteo Orfini, deputato dem ed ex presidente del partito, si chiede perchè mai sia "così difficile capire (anche a sinistra) che ha senso Zelensky a Sanremo proprio perché non è un contesto informativo? E che da sempre il Festival è anche un luogo dove si veicolano messaggi e temi importanti?". Al contrario, il candidato alla segreteria Pd Gianni Cuperlo sottolinea che "Zelensky a Sanremo, no. È una guerra. La gente muore. La Rai vuole dare voce al presidente di un paese invaso che si difende? Mandi in onda un messaggio del presidente dell’Ucraina alle 20.30 di una sera a reti unificate. Ma non confondiamo la tragedia con l’audience. Per pietà".

Zelensky a Sanremo' sì di Al Bano: "Può rappresentare un segno di pace"

Prende posizione anche Al Bano, in una intervista al Corriere della Sera. Una voce interessante, vista la sua assidua frequentazione della Russia per concerti e ospitate. E ovviamente perché il cantante pugliese rappresenta la storia di Sanremo. "Non voglio appartenere né a Meloni né a Salvini di cui pure sono buon amico. Mi auguro di non sbagliarmi, ma penso che la presenza del leader ucraino possa portare un messaggio di pace tra le due parti. In momenti come questo, se Sanremo può fare da tramite per dire al mondo: “Mettiamo le note nei nostri cannoni e togliamo le pallottole”, ben venga", dice Al Bano al Corriere della Sera. E ancora: "Il conflitto rende tuti noi impotenti: che fare di concreto? Non so quali temi Zelensky affronterà, ma se sta trattando l’idea di fare la pace, la sua presenza è un bene per tutti".

Messaggio anche per la Russia e per Putin: "Non tornerò finché non finisce questo periodo nero". E a Putin direbbe di "chiudere le porte della guerra e aprire le porte della pace, così facendo si becca il titolo di nuovo Hitler".

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