Bari, l’evanescenza del M5S e i malumori nel Centrodestra
Analisi del voto a Bari, dove l'affluenza al ballottaggio si è fermata al 37%. L'appoggio 'a distanza' a Leccese del M5S e le riflessioni di Fabrizio Tatarella.
Con l’eleganza che lo contraddistingue e una navigata diplomazia maturata nelle stanze istituzionali, Vito Leccese - neo Sindaco di Bari - lo ha sottolineato già nelle prime dichiarazioni a caldo, circondato dai sostenitori in festa davanti al suo Comitato Elettorale: “Di solito si dice, che sarò il Sindaco di tutti. E questo è vero e forse anche ovvio. Ma io voglio dire che vorrò essere soprattutto il sindaco dei tanti che non sono andati a votare, ai tanti che in preda allo sconforto e a una certa delusione, verso le istituzioni, hanno preferito rimanere a casa. Dobbiamo fare in modo che si riaffezionino alla politica”.
Ecco, poco più del 37% come affluenza al ballottaggio, mentre al primo turno - nonostante la gran quantità di candidati nelle numerose liste a supporto dei tre in corsa per Palazzo di Città - non si era riusciti a toccare il 50% di votanti, non è affatto entusiasmante. Come non lo è verificare che a mancare, verosimilmente nel secondo turno - nel suo centrosinistra - siano stati i voti in particolare del Movimento 5 Stelle. Non sono tornati al voto per il ballottaggio, preferendo rimanere a casa.
Si badi bene, non quelli delle liste espressione dell’ambito politico di Michele Laforgia, ma quelli dei pentastellati, che dopo aver mandato all’aria l’appuntamento delle Primarie hanno dato la tangibile impressione di un arroccamento da ‘duri e puri’, ritirando i propri rappresentanti in Consiglio regionale e prendendo le distanze dal circo politico-elettorale: magari pronti ad intervenire, se e quando necessario, ma se possibile rimanendone non invischiati.
Analisi cruda, certo, ma alquanto attendibile. Al di là delle percentuali, i numeri assoluti non mentono. A meno che non si voglia certificare una evidente sopravalutazione della reale forza politica locale, che - in tal caso - aprirebbe la strada a una serie di revisioni negli spazi di rappresentanza, così come negli equilibri di rapporti nella coalizione. Cosa che ovviamente non potrà non pesare in prospettiva elezioni regionali 2025.
E se Atene è perplessa, Sparta di certo non esulta. L’analisi altrettanto inclemente di Fabrizio Tatarella ha provato a dare una scossa tra le file del centrodestra perdente: “È la peggiore sconfitta di sempre dalla scomparsa di Pinuccio Tatarella, nel 1999. Mai il centrosinistra aveva sfondato la soglia del 70% nella città capoluogo. Questo dato preoccupa per due motivi. Si verifica in quello che doveva essere il momento migliore della destra italiana, grazie alla Meloni che guidando generosamente le liste ha portato Fratelli d’Italia al 29%. Ed è accaduto in quello che doveva essere il momento più difficile per il centrosinistra, travolto dagli scandali in Regione Puglia e dalla commissione di accesso in Comune per valutare lo scioglimento per infiltrazioni mafiose. Due circostanze che lasciavano immaginare una partita più aperta”. E invece…
“Bari è il capoluogo di Regione. Pinuccio Tatarella diceva: chi vince a Bari, vince alla Regione. Tutti continuano a citarlo solo per darsi un tono. Un dato è evidente a tutti: da oggi più nessuno a destra e a Bari può permettersi di dichiararsi erede di Pinuccio. Non avendone compreso lo spirito di coalizione e gli insegnamenti che volevano la destra aperta e inclusiva. Non chiusa e settaria. In questo modo non si vincerà mai più”.
“In realtà - sottolinea Tatarella - a Bari non c’è stata mai partita. È parso subito evidente, anche quando il centrodestra ha incredibilmente festeggiato per aver evitato, per una manciata di voti, la vittoria al primo turno di Leccese. Come se il centrosinistra non fosse andato diviso”.
“In tale quadro, la scarsa affluenza ha giocato un brutto colpo. Un dato che ha colpito tutti e il centrodestra in modo particolare, perché forse non è riuscito a mobilitare il suo elettorato. Fabio Romito va ringraziato per il suo impegno, ha fatto tutto il possibile. Ma come sempre il centrodestra è arrivato tardi nella scelta del candidato sindaco. Per rispetto dei baresi il profilo scelto andava messo nelle condizioni di partire il prima possibile”.
“Per fortuna a Lecce Adriana Poli Bortone ha ottenuto un grande successo. Esiste un modello vincente di centrodestra in Puglia. È quello del Salento: si deve ripartire da questo per provare a riconquistare la Regione. Nel frattempo - conclude Fabrizio Tatarella - continuerò a difendere con la Fondazione Tatarella la cultura e la storia della destra”.
(gelormini@gmail.com)