Bosch: 700 esuberi a Bari, Fontana: 'Urge accompagnare la riconversione'

Sulla crisi dell'Automotive e i 700 esuberi della Bosch a Bari, le note di Sergio Fontana (Confindustria Bari/BAT), Marco Lacarra (PD) e Stefano Lacatena (FI).

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PugliaItalia
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È scoppiata a Bari la prima crisi aziendale in Italia causata dal passaggio all'auto elettrica. La Bosch di Bari dove nacque il common rail ha comunicato alla Regione Puglia 700 esuberi (in 5 anni).

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“La transizione verso l’auto elettrica ha avuto un’accelerazione troppo repentina, - ha dichiarato il presidente di Confindustria Bari Bat e Confindustria Puglia Sergio Fontana - che sta schiacciando tutta l’industria automobilistica. La difficile prospettiva rappresentata da Bosch a Bari è conseguenza di questa veloce trasformazione del mercato e di politiche europee drastiche, che penalizzano l’Italia più di altri Paesi, perché l’Italia è la seconda realtà manifatturiera d’Europa".

"Questo non significa che dobbiamo arrenderci alla storia - ha sottolineato Fontana - ma dobbiamo attrezzarci per cavalcare il cambiamento. La Bosch infatti sta facendo la sua parte. In soli 4 anni ha messo a punto ben 7 nuovi prodotti ed è pronta a intraprendere una coraggiosa riconversione. Per sostenere questa sfida, però, la Bosch deve poter contare su politiche industriali adeguate".

"Chiediamo, per questo, alla Regione - ha ribadito Fontana - di mettere in campo, con Confindustria e con i sindacati, tutti i mezzi oggi a disposizione, per conciliare riconversione e sostenibilità sociale, ma soprattutto chiediamo alla Regione di portare la questione al MISE, per individuare una strategia nazionale di riconversione urgente e misure e soluzioni straordinarie per la Bosch e per tutto il settore Automotive del Paese alle prese con una crisi epocale”.

“Basta con la logica dei due pesi e delle due misure - ha scritto in una nota Marco Lacarra, deputato e Segretario regionale Puglia del PD -  il Ministero dello Sviluppo Economico deve garantire tutta l’industria e tutti i territori. Ciò che sta succedendo a Bari dove la Bosch ha annunciato 700 licenziamenti su 1.700 dipendenti attuali è frutto dell’inerzia del Ministro Giorgetti, che era stato ampiamente allertato dai sindacati di questo rischio".

"Siamo all’alba di una fase di profonda trasformazione della nostra economia. La transizione ecologica - ha aggiunto Lacarra - ci impone di ripensare i processi produttivi, di riconvertire intere branche manifatturiere, di ripensare il lavoro e l’industria. Lo stabilimento Bosch di Bari si occupa all’80% di produzioni che nei prossimi anni andranno a scomparire".

"Il Ministro convochi immediatamente un tavolo - ha concluso Lacarra - e scongiuri questo disastro annunciato. E soprattutto dimostri con i fatti, e non a parole, che l’attenzione per il Mezzogiorno è pari a quella riservata all’industria del Nord”.

Anche il capogruppo consiliare di Forza Italia, Stefano Lacatena, ha diffuso una nota: “Una crisi aziendale gravissima con l’annuncio di 700 esuberi: quello che sta accadendo alla Bosch di Bari merita tutta la dovuta attenzione politica ed istituzionale. Parliamo di un’azienda con la A maiuscola e di persone che hanno inventato il Common Rail, rivoluzionando il mondo della tecnologia dei motor diesel".

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"Una vera eccellenza, un fiore all’occhiello del tessuto produttivo ed industriale di Bari, della Puglia e dell’Italia. Il Gruppo, tuttavia, ha cristallizzato la crisi aziendale e ha annunciato 700 esuberi in 5 anni. Non solo, quindi, un patrimonio di intelligenze e professionalità in fumo, ma 700 posti di lavoro a rischio. Tradotto: una vera bomba sociale ed occupazionale".

"Pertanto - ha concluso Lacatena - chiedo alla Giunta pugliese di intervenire e di avviare ogni iniziativa utile a costruire una prospettiva diversa, rilanciando l’attività di una grande azienda e mettendo al riparo centinaia di posti di lavoro. Su questo, se necessario, diamo da subito la nostra disponibilità a collaborare per raggiungere il risultato. Per ora, sentiamo il dovere di esprimere la nostra sincera solidarietà a tutti i dipendenti che vivono un momento di grande preoccupazione”.

(gelormini@gmail.com)