Comune di Bari, l'ira di Decaro e l'ombra del Governo sulle elezioni
Il ministro Piantedosi nomina la Commissione per la verifica di ipotesi di scioglimento del Comune di Bari. L'ira di Decaro e l'ombra d'una manovra elettorale
Il Consiglio Comunale di Bari, alla vigilia delle elezioni amministrative, potrebbe rischiare di essere sciolto per mafia, in funzione dell'esito del lavoro della Commissione di Accesso nominata oggi dal prefetto di Bari, Francesco Russo, su input del ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi. Sono in molti a voler vedere l'ombra del condizionamento elettorale, da parte del Governo, del prossimo appuntamento con le urne. Pertanto, se si dovesse arrivare allo scioglimento e alla nomina di un commissario: le elezioni slitterebbero sino a 18 mesi.
"Oggi è stato firmato un atto di guerra nei confronti della città di Bari", ha commentato il sindaco di Bari, Antonio Decaro anticipando sui social la notizia appresa poco prima da una telefonata dello stesso ministro. "L'atto - ha aggiunto Decaro - come un meccanismo a orologeria, segue la richiesta di un gruppo di parlamentari di centrodestra pugliese, tra i quali due viceministri del Governo e si riferisce all'indagine per voto di scambio in cui sono stati arrestati tra gli altri l'avv. Giacomo Olivieri e la moglie, consigliera comunale eletta proprio nelle file di centrodestra".
"Il ministro Piantedosi mi ha comunicato telefonicamente che è stata nominata la commissione di accesso finalizzata a verificare una ipotesi di scioglimento del Comune di Bari". La commissione ministeriale è stata nominata per accertare le presunte infiltrazioni mafiose nel Consiglio Comunale di Bari e in altre aziende municipalizzate dopo l'arresto di 130 persone in una inchiesta della Dda barese che ha svelato un presunto intreccio mafia-politica con scambio di voto alle Comunali del 2019.
"Incuranti delle parole del Procuratore distrettuale antimafia - sottolinea Decaro - che in conferenza stampa ha detto testualmente: 'L'amministrazione comunale di Bari in questi anni ha saputo rispondere alla criminalità organizzata', gli stessi soggetti che nel 2019 hanno portato in Consiglio Comunale due consiglieri arrestati per voto di scambio, ora spingono per lo scioglimento di un grande capoluogo di regione, evento mai successo in Italia, nemmeno ai tempi dell'inchiesta su Mafia Capitale".
"È un atto gravissimo - prosegue Decaro - che mira a sabotare il corso regolare della vita democratica della città di Bari, proprio, guarda caso, alla vigilia delle elezioni. Elezioni che il centrodestra a Bari perde da vent'anni consecutivamente. Per le quali stenta a trovare un candidato e che stavolta vuole vincere truccando la partita".
Decaro ha annunciato di aver già trasmesso ieri al prefetto un "Voluminoso dossier composto da 23 fascicoli e migliaia di pagine" sull'attività del Comune contro la criminalità organizzata. "È evidente, vista la rapidità con cui è giunta la notizia della nomina della commissione, che nessuno si è curato di leggere quelle carte. A questa aggressione io mi opporrò con tutto me stesso, come mi sono opposto ai mafiosi di questa città".
In relazione al provvedimento di accesso ispettivo nei confronti del Comune di Bari, il ministero dell'Interno precisa che "Lo stesso si è reso necessario in esito ad un primo monitoraggio disposto dal Viminale circa i fatti emersi a seguito dell'indagine giudiziaria che ha portato a più di 100 arresti nel capoluogo pugliese e alla nomina, da parte del Tribunale, ai sensi dell'art. 34 del codice antimafia, di un amministratore giudiziario per l'azienda Mobilità e Trasporti Bari spa, interamente partecipata dallo stesso Comune".
"Rimaniamo basiti rispetto alle modalità con cui il ministro Piantedosi ha annunciato la nomina della Commissione per la verifica dello scioglimento del comune di Bari - afferma la segretaria del Pd Elly Schlein - una scelta che arrivando a tre mesi dalle elezioni sembra molto politica, facendo seguito all'iniziativa di alcuni parlamentari della destra e di due membri del governo e non avendo nemmeno esaminato la documentazione presentata dall'amministrazione del sindaco Decaro. Non si era mai visto ed è molto grave".
I parlamentari pugliesi del Partito Democratico Marco Lacarra, Ubaldo Pagano e Claudio Stefanazzi hanno commentato, in una nota diffusa, la notizia: “Ciò che è accaduto oggi segna un punto di non ritorno nella storia politica del nostro Paese. Mai, prima di oggi, un Governo, un Ministro dell’Interno, avevano osato utilizzare i propri poteri amministrativi per combattere gli avversari politici e vincere una competizione elettorale. Quello che ha fatto il Ministro Piantedosi ai danni del Comune di Bari è un atto di una violenza e di una gravità inaudita.”
“E’ evidente a tutti che non esiste nemmeno l’ombra di un solo presupposto per verificare l’ipotesi di scioglimento del Comune. Il Ministro ha dimostrato di aver ignorato platealmente le parole del Procuratore distrettuale antimafia Rossi, quando ha affermato pubblicamente che l’amministrazione comunale è estranea ai fatti contestati ed è sempre stata impegnata pervicacemente nella lotta alla criminalità organizzata. Non solo, Piantedosi ha scelto di ignorare completamente i fatti: ossia che i consiglieri arrestati nell’ambito dell’inchiesta non sono stati eletti nelle liste a sostegno dell’attuale maggioranza, ma di quelle dell’opposizione al governo cittadino. Insomma, l’unica voce che ha voluto ascoltare e servire è quella dei parlamentari di centrodestra che hanno chiesto e ottenuto un commissariamento politico del Comune.”
“A confermare la malafede con cui è maturata questa decisione assurda è la tempistica di quanto sta avvenendo. A pochi mesi da un’elezione in cui proprio il centrodestra, per la quinta volta in vent’anni, sarebbe andata incontro a una sconfitta bruciante. A questo punto, di fronte alla gravità di un atto che nulla ha a che fare con la nostra democrazia e che, anzi, ne costituisce l’esatta negazione, chiediamo l’intervento diretto del Presidente della Repubblica. Tutto questo accade solo nei regimi autocratici, ossia nei modelli cui Piantedosi e il centrodestra evidentemente si ispirano. E noi non possiamo tollerare che tutto ciò succeda in una democrazia come la nostra.”
A replicare ai parlamentari del PD è il presidente provinciale e consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Michele Picaro: “È veramente sconcertante leggere le dichiarazioni del Sindaco Decaro, che, invece, di dichiarare guerra alla mafia, cosa fa? Si lascia andare al solito vittimismo arrivando persino a mistificare la realtà giudiziaria".
“Quella realtà che rifiuta di affrontare in Consiglio comunale, non sottoscrivendo insieme alla sua maggioranza la richiesta di una seduta monotematica e in Commissione regionale antimafia, dove i suoi compagni di partito, ritengono che rispetto alla mia richiesta non ci sia nulla da discutere".
“Insomma - incalza Picaro - un continuo girare la testa dall'altra parte, come avvenuto per AMTAB che, messa in amministrazione giudiziaria, per il procuratore aggiunto Giannella fungeva da ‘modello di quasi welfare’ in cui le assunzioni erano sotto il controllo e la direzione del clan Parisi".
“Se in 15 anni di governo della città il Sindaco Decaro non ha visto, non ha sentito e non ha parlato, il Prefetto di Bari non poteva fare altrettanto. Ritenere che la richiesta di accesso ispettivo sia un atto politico è di una gravità inaudita che mina i più elementari principi di rispetto delle istituzioni. Se è cos? certo della sua integrità, di cosa si duole? Perché non menziona mai il sistema che si era creato in AMTAB rispetto alla quale deteneva le deleghe senza esercitare il relativo controllo?”
(gelormini@gmail.com)