Dopo Taranto anche a Brindisi il trattamento oncologico con cellule Car-T
Dopo il caso di Taranto - Ospedale 'San Giuseppe Moscati', anche all'Ospedale Perrino di Brindisi arriva l'uso di cellule Car-T per i trattamenti oncologici.
Poco più di un anno fa, il primo caso in Puglia - all’Ospedale “San Giuseppe Moscati” di Taranto, inserito come Hub del Dipartimento Ionico Adriatico della Rete Oncologica Pugliese - quando una paziente di 46 anni fu trattata con cellule CAR-T: un’innovativa terapia nella cura dei tumori del sangue.
Oggi l'evento si ripete nell'Ospedale Perrino di Brindisi: qui è stata eseguita la prima infusione di cellule Car-T su un paziente di 47 anni con linfoma non Hodgkin. Lo comunica Domenico Pastore, direttore dell’Unità di Ematologia con trapianto: "Nel mese di dicembre il paziente era stato sottoposto a un prelievo di linfociti nel centro trasfusionale. Le cellule del sangue sono state inviate in un laboratorio in Olanda e modificate geneticamente, in modo da far esprimere sulla loro superficie un recettore (Car) in grado di riconoscere, attaccare e distruggere le cellule tumorali. Dal laboratorio sono state poi trasportate in ospedale e reinfuse nel paziente".
"Con questa terapia - spiega Pastore - viene salvato il 50% degli ammalati, che in genere restano ricoverati circa un settimane dopo l'intervento”. L'ospedale brindisino, quindi, è il secondo centro in Puglia e il settimo nel Sud Italia a ottenere l’accreditamento per la Car-T: efficace nella cura di alcuni tipi di linfoma non Hodgkin o di leucemia acuta linfoblastica B, che non rispondono alle terapie convenzionali.
Questa terapia cellulare immunitaria è, al momento, la massima espressione della medicina personalizzata (perché può essere utilizzata solo in quel paziente) e di medicina di precisione (perché colpisce solo le cellule tumorali). Il costo della cura, al momento, ridulta ancora esoso per il Sistema Sanitario Nazionale. Anche se la sostenibilità finanziaria dovrà essere valutata in funzione dell'insieme dei costi di cura e con una prospettiva decisamente lungimirante.
“La Regione - afferma la direttrice del Dipartimento Farmaceutico del Perrino, Teresa Calamia - dovrebbe prevedere un capitolo di spesa ad hoc per la terapia Car-T. Abbiamo iniziato nel 2020 con una paziente di Francavilla Fontana, che abbiamo indirizzato a Roma per effettuare la terapia. Il farmaco, però, l’abbiamo comprato comunque qui a Brindisi. Pertanto è auspicabile che la Regione Puglia continui a investire sulla Car-T, che evita la mobilità passiva dei pazienti”.
In un futuro prossimo "Questa terapia - preannuncia il direttore generale dell’Asl di Brindisi, Maurizio De Nuccio - potrà essere applicata anche per altre patologie oncologiche”.