Gabriele Lavia col 'Berretto a sonagli' di Pirandello a Bari
Il teatro classico torna al Teatro Piccinni, con: “Il berretto a sonagli” di Luigi Pirandello, e con la regia di Gabriele Lavia.
di Silvia Viterbo
Il teatro classico torna al Teatro Piccinni, con: “Il berretto a sonagli” di Luigi Pirandello, e con la regia di Gabriele Lavia.
Una interpretazione superba come sempre quella dell’attore, su un uomo che sembra inesistente nelle proprie richieste continue di esistere per gli altri. Altri che sono borghesi presi dall’apparire, dal nascondere, dal camuffare e lo scenario con i mobili scomposti, il sipario vecchio e macchiato, le maschere che camuffano persone che in realtà non ci sono, è molto forte.
Accanto a Gabriele Lavia c’è Federica Di Martino, raffinata nella sua gelosia, ambigua nella sua interpretazione di vita, perfida nella sua sopraffazione nei riguardi del compagno di vita, di quella che pensa essere l’amante del marito.
Si siede sbilenca sulle poltrone inclinate da un lato che sembrano rappresentare i suoi pensieri improbabili e pericolosi, si districa veloce fra i passaggi della sua giornata, comanda, impone, esige secondo lo schema di un sociale ipocrita che ben conosciamo.
Gabriele Lavia dice: ”Per Luigi Pirandello la vita è una “soglia” troppo affollata del nulla… Mette sulla scena un “uomo vecchio” uno di quegli uomini “invisibili”, senza importanza, schiacciato dalla “morsa” della vita e poiché è “un niente di uomo”, è trattato come se non fosse niente… Un uomo dissolto nel “nulla” del mondo, un nulla affondato da fantocci, da pupi. Da fantasmi umani".
Lavoro intenso, che rinnova la grandiosità di Pirandello e del teatro classico, e che si rivede con piacere e grande partecipazione.