Conte strappa ma vuole il rimpasto: in Puglia una rottura a tavolino

Giuseppe Conte ritira l'assessora Barone dalla giunta Emiliano e l'appoggio formale alla maggioranza, ma spende parole di apprezzamen per il presidente.

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Il Movimento 5 Stelle spariglia nello spariglio e la rottura attesa diventa occasione per la richiesta di una sorta di codice etico, da ottenere a garanzia di un’intesa tutta da rinnovare e da basare su un’azione trasparente di governo regionale.

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Pertanto, la separazione resta formale, mentre il patto dovrebbe tenere. Giuseppe Conte, infatti, è tornato a Bari e ha annunciato il ritiro dalla giunta della sua assessora, Rosa Bartone, e quello dalla maggioranza dei quattro consiglieri che la sostenevano. Nel contempo, ha profuso parole di apprezzamento per il presidente Emiliano.

Solo stamattina il capogruppo di Con (lista del governatore Emiliano) in Consiglio regionale, Giuseppe Tupputi, si  dimesso. Con era la lista civica nata da un accordo tra Conte ed Emiliano. Doveva chiamarsi Con te, ma poi non se ne fece nulla. 

“Lasciamo i nostri posti in giunta, compreso quello della vicepresidenza del Consiglio regionale. Diamo un forte scossone”, ha detto Conte, precisando: “Stiamo leggendo pagine di politica che sono anche di cronaca giudiziaria che fanno tremare i polsi. Non combattiamo solo Meloni e soci, non facciamo sconti nemmeno a chi è nel nostro campo. Vogliamo dare una fortissima scossa, è il momento di fare pulizia e tabula rasa. Dobbiamo estirpare la cattiva politica. Rinunciamo al nostro ruolo di governo, rimettiamo tutte le deleghe”.

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La dichiarazione congiunta del gruppo regionale FDI (capogruppo Francesco Ventola e i consiglieri Luigi Caroli, Giannicola De Leonardis, Antonio Gabellone, Renato Perrini e Michele Picaro è rapida: “Giuseppe Conte: l’elefante ha partorito un topolino… Insomma, tanto rumore per nulla! “Un ex premier, il presidente nazionale del Movimento 5 Stelle viene addirittura a Bari, nella sede del Consiglio regionale, per annunciare che i suoi quattro consiglieri ‘ESCONO’ dalla maggioranza (Rosa Barone lascia la delega assessorile al Welfare, Grazia Di Bari quella di consigliere delegata alla Cultura e Cristian Casili quella di vicepresidente del Consiglio regionale), ma lui un minuto dopo ‘ENTRA’ nella stanza del presidente Michele Emiliano per discutere di un protocollo di legalità?!?"

"Come se Emiliano fosse totalmente estraneo a tutto quello che è successo, come se gli arrestati e indagati dalla Procura di Bari fossero stati nominati da qualche abitante di Marte! Conte se avesse voluto essere credibile e coerente sarebbe dovuto venire a chiedere le dimissioni del suo amico Emiliane e chiedere scusa ai pugliesi che avevano, nel 2020, votato il Movimento 5 Stelle e che loro hanno TRADITO, entrando subito dopo in maggioranza e in Giunta con Emiliano, condividendo per oltre tre anni, tutte le politiche e le nomine che venivano fatte (molte con delibere di Giunta). Il Movimento 5 Stelle pugliese conosceva per altro i metodi di Emiliano, per averli per altro vivacemente contestati e denunciati durante il primo Emiliano… quindi siamo di fronte a un tradimento scientifico e consapevole. “Insomma, Conte ci risparmi le lezioni tardive di moralità… in odore di opportunismo politico ed elettorale.”

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Emiliano: "Non era indispensabile uscita M5S"

"Non era indispensabile l'uscita del M5S dalla giunta per ribadire i nostri comuni convincimenti. Sono schierati per la legalità anche gli altri partiti e componenti della nostra coalizione. Questo è il segno che la linea da seguire è chiara a tutti, dentro e fuori le istituzioni, perché ciò che emerge dalle inchieste di questi giorni, è che bisogna ulteriormente rafforzare e dare nuovo impulso a quanto già realizzato in questi anni in tema di anticorruzione, vigilanza, antimafia e prevenzione. E che questo non deve essere un tema divisivo della politica ma un obiettivo comun"e. Lo ha detto il governatore pugliese Michele Emiliano.

Altrettanto immediata la replica con la dichiarazione dei consiglieri del M5S Marco Galante. Rosa Barone, Cristian Casili e Grazia Di Bari: "Abbiamo lasciato il perimetro della maggioranza e rimesso le deleghe, ma questo non vuol dire rinnegare il lavoro fatto finora. Lo ha detto il presidente Conte e lo ribadiamo: vogliamo dare un contributo costruttivo e continuare con ancora più impegno a portare avanti i nostri obiettivi per i pugliesi".

"Reddito di dignità accompagnato per la prima volta in Italia dalla dote educativa, il bando per le imprese sociali, il rafforzamento delle misure per il contrasto alla violenza sulle donne, la partenza degli avvisi per il contrasto al bullismo e cyberbullismo, sono solo alcuni dei risultati raggiunti. Continueremo a lavorare per l’istituzione dell’infermiere di famiglia, il contrasto al consumo di suolo, la valorizzazione del nostro patrimonio artistico, per garantire i fondi necessari per il comparto della cultura. In questo momento la necessità primaria è garantire la legalità e la buona amministrazione, come scritto nel protocollo presentato al presidente Emiliano in cui si prevede il rafforzamento dei presidi di legalità, trasparenza e correttezza amministrativa". 

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"Le ridicole accuse degli esponenti di centrodestra non solo lasciano il tempo che trovano, ma dimostrano la scarsa attenzione rispetto a quanto affermato in conferenza stampa e a quanto scritto nel protocollo, che per trasparenza abbiamo diffuso alla stampa. A differenza loro, il Movimento 5 Stelle non ha alcun problema a parlare di legalità e a tradurre i suoi principi in fatti. Lo abbiamo dimostrato anche oggi, dando un segnale forte, concreto, che a quanto pare è difficile da recepire per chi invece evidentemente ne ha. Invece di esporsi come abbiamo fatto noi, e dimostrare che la politica nel nostro Paese può essere davvero capace di agire per il bene delle istituzioni, preferiscono attaccare il presidente Conte per mancanza di argomenti e di idee". 

"Non accettiamo lezioni di legalità da chi ha come leader la premier Meloni che non ha detto una parola sullo scambio di voto politico mafioso avvenuto a Palermo riguardante un esponente di FdI. Una presidente del Consiglio che non è neanche capace di far dimettere Santanchè dopo la palese gravità dell'inchiesta che la riguarda. Invece di attaccare chi difende la legalità con azioni concrete, consigliamo agli esponenti regionali di FdI e FI di guardare in casa propria, così forse potranno capire la differenza tra chi come noi agisce per il bene dei cittadini, e chi si limita solo alla sterile polemica". 

(gelormini@gmail.com)

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