Il Manchester City a Istanbul fa sua la Champions League
Stavolta ha vinto Golia: a Istanbul il Manchester City di Pep Guardiola vince con un gol di Rodri la finale di Champions League contro l'Inter.di Simone Inzaghi
I nastri alle orecchie del trofeo più ambito d’Europa sono bianco-celesti. Questa volta ha vinto Golia e non Davide: il Manchester City - super favorito alla vigilia - fa sua la Champions League 2023, l’Inter c’ha provato ma a Istanbul l’eco della vittoria ha accenti inglesi.
Il City vince la Champions League per la prima volta nella storia e le lacrime del giovane norvegese Erling Braut Haaland emozionano anche il Mister spagnolo, Josep Guardiola, che dopo 13 lunghi anni torna ad alzare quel trofeo. Tre volte lo ha vinto il ‘Pep’, due con il Barcellona nel 2009 e 2011 e oggi con il Manchester City, dopo esserci andato vicino due anni fa quando perse in finale col Chelsea.
Ad aprire la fantastica serata all’Ataturk Olympic Stadium di Istanbul, Damini Ebunoluwa Ogulu, detto Burna Boy, cantante nigeriano, su uno sfondo di luci e costumi bianchi e neri, seguito da Larissa de Macedo Machado, in arte Anita, con scenario in strass blu ed infine Alesso o Alessandro Renato Rodolfo Lindblad, disc jockey, produttore discografico e remixer svedese con origini italiane, dove il palco si è tinto tutto di bianco: ingresso delle squadre sulle note della sigla della Champions suonata al piano forte.
L'ultima Coppa vinta dall’Inter è del 2010 contro il Bayern Monaco. Stadio è diviso in due; inglesi contro italiani, che fanno a gara a chi grida più forte, e i turchi che tifano City perché il capitano İlkay Gündoğan, è uno di loro: figlio di emigranti, ma nato in Germania. Tensione alle stelle, entrambe le squadre sperano alla fine di alzare al cielo quel trofeo.
La squadra inglese, punge e intimidisce i neroazzurri già al terzo minuto, con un gol mancato da Haalland, a cui viene segnalata la posizione di fuorigioco, e ci riprova dopo due minuti con Bernardo Silva, senza successo.
Poi il fallo del capitano del City su Federico Di Marco, con i tacchetti dello scarpino sul piede dell’avversario, accende gli animi anche perché l’interista rimane a terra per tutta l'azione e solo dopo quasi un minuto arriva il fischio dell'arbitro polacco Marciniak. Saranno molti i falli non fischiati e parecchi i cartellini non tirati fuori dal taschino: per fortuna, la professionalità dei calciatori in campo terrà in riga lo scontro molto di più del giudice di gara.
L'Inter reagisce e con Lautaro Martìnez, prova a mettere dentro il pallone con assist di Nicolò Barella, ma invano: lo stesso Barella, poco dopo, si mangerà il gol del vantaggio, mandando la palla fuori bersaglio. Intanto, sembra latitare Lautaro Martinez che non riesce ad essere incisivo come al solito.
Poco dopo sarà ancora Haalland a sfiorare nuovamente il gol, ma Andrè Onana, è in stato di grazia: alza il muro davanti alla porta dell'Inter e sale in cattedra. Poi tocca a Phil Foden sostituire Kevin De Bruyne, costretto ad uscire per un dolore muscolare dopo diversi tentativi di resistenza, per rimanere tra i suoi compagni nella gara più importante della stagione.
Rientro nervoso quello di Guardiola negli spogliatoi con i suoi giocatori: la squadra di Inzaghi, forse, si sta dimostrando più forte del previsto. Quel nervosismo, però, si trasforma in incitamento per la sua squadra che nel tunnel, chiama attorno a lui, per l’ennesima esortazione prima dell’avvio del secondo tempo.
Secondo tempo caratterizzato da diversi colpi di scena: dal clamoroso gol mancato di Foden, che mette Guardiola in ginocchio, alla traversa colpita dall’Inter in una concitata azione sotto porta con rimpalli mozza-fiato.
Al 68’ minuto, però, la partita vive la ‘svolta’ che vede Rodrigo Hernández Cascante o più semplicemente Rodri, spagnolo e giocatore inglese, segnare il gol ‘della vita’, che porterà il City a vincere la Champions.
Tante lacrime e troppi rimorsi per i milanesi, che forse potevano fare di più, che nei minuti finali hanno visto il colpo di testa di Lukaku infrangersi contro il ginocchio del portiere inglese, facendo sfumare le ultime speranze di un pareggio e la prospettiva dei tempi supplementari.
Tanta emozione e altrattanta commozione sui volti degli inglesi, sia in campo che sugli spalti, con un Pep Guardiola visibilmente contento, cantare con tutti: ‘We are the champions’.
Il borsino dava per scontata la vittoria della squadra inglese, ma i nero azzurri hanno venduto cara la pelle e possono ben dirsi ‘secondi’ in Europa. Questa volta Golia s’è dimostrato più agile, anche perché la mira di Davide ogni tanto ‘sbarella’. Tra i minerati di Istanbul a volare questa notte è il tappeto/bandiera del Manchester City: maggiore possesso palla, più dribbling e passaggi effettuati, maggiore verticalizzazioni e una vittoria costruita come un arabesco: gran tessitore Pep Guardiola, ago e filo quelli di una squadra magnifica.