"L'isola che non c'è" e le fermate ferroviarie al Perrino-BR e Dimiccoli-BT

Fronte comune tra Associazione Culturale “L’Isola che non c’è”, Sindaco di Brindisi, Giuseppe Marchionna, e il Direttore Generale della Asl, Maurizio De Nuccio.

ospedale dimiccoli
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Nel corso di un incontro promosso dalla Associazione Culturale “L’Isola che non c’è”, con il Sindaco di Brindisi, Giuseppe Marchionna, e il Direttore Generale della Asl, Maurizio De Nuccio, è stato deciso di: “Convocare al più presto un tavolo tecnico congiunto Rfi (Rete Ferroviaria Italiana), Trenitalia e Regione Puglia per la realizzazione di una fermata ferroviaria all’Ospedale Perrino”, così da migliorare una infrastruttura che altrimenti potrebbe sembrare un’opera ‘incompiuta’.”

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La proposta, nero su bianco, verrà fatta recapitare ufficialmente ai vertici delle Aziende ferroviarie (Rfi e Trenitalia) e alla Regione Puglia, affinché avviino le procedure necessarie per lo studio e il reperimento dei finanziamenti utili per la realizzazione della infrastruttura (un sottopassaggio e/o un marciapiede) a beneficio della linea Bari-Lecce, attualmente priva dell'apposita fermata, presente invece sulla linea Taranto-Brindisi.

Nel corso della riunione è stato sottolineato, da parte del Sindaco Marchionna, la totale disponibilità del Comune di Brindisi a migliorare i servizi di accessibilità e all'adeguamento della viabilità e delle aree antistanti la fermata dell’Ospedale Perrino, che attualmente servono solo la tratta Taranto-Brindisi.

La riunione presso il Comune (alla quale hanno partecipato i tecnici dell’Ente) segue l’incontro organizzato nelle scorse settimane da una delegazione della stessa Associazione “L’isola che non c’è”, a Roma, con l’Amministratore Delegato di Rfi, Gianpiero Strisciuglio, nel corso del quale si era detto disponibile a verificare la praticabilità dell’intervento.

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Nelle scorse settimane - secondo quanto risulterebbe all’Associazione - sarebbero state già avviate, da parte della Azienda Ferroviaria, le prime analisi trasportistiche per verificare la sostenibilità dell’investimento rispetto alla fruibilità della fermata da parte dei potenziali passeggeri.

Su questo punto il Direttore della Asl, De Nuccio, già nel corso dell’incontro a Roma aveva riportato alcuni dati che dimostrerebbero le potenzialità della domanda: “L'ospedale - aveva detto De Nuccio - ha circa 2mila dipendenti e nel 2022 i ricoveri sono stati oltre 18.600, con 2.400 pazienti provenienti da altre province pugliesi e 300 da fuori regione”.

“La fermata - sostengono in Associazione - andrebbe a beneficio della linea regionale Bari-Lecce, possa essere utile ad accrescere la domanda non solo dei lavoratori e dei pazienti e loro familiari, ma anche migliorare i livelli di mobilità generale a beneficio dell’ambiente”.

“Senza trascurare - si sottolinea - il valore aggiunto che la fermata avrà sul decongestionamento delle Infrastrutture stradali e sulla diminuzione delle emissioni da traffico, dannose alla collettività. A dimostrazione del reale interesse, da parte del Comune di Brindisi, di valorizzare ulteriormente quella infrastruttura trasportistica: ci sono alcuni interventi già in fase di progettazione da parte dell’Ente, quale per esempio l’ampliamento dell’area antistante la fermata, per consentire le manovre dei mezzi pubblici, che andrebbero a collegare l’ospedale e gli altri quartieri della città. Interventi questi che consentiranno una nuova accessibilità all’area e miglioreranno la viabilità di accesso attraverso una rotatoria presso lo stesso ospedale.

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Obiettivo dei futuri interventi sarebbe quello di realizzare un parcheggio, una fermata bus/navetta, un terminal per la sosta bus e dunque un percorso pedonale di collegamento con il Perrino. Da parte sua il direttore non esclude di poter trovare fondi, coinvolgendo le istituzioni interessate, per il finanziamento di un passaggio protetto e attrezzato, che colleghi direttamente la stazione con l’ingresso dell’Ospedale.

L’Associazione solleciterà i vertici delle Ferrovie a partecipare ad un tavolo operativo, che trovi delle risposte alle aspettative dei cittadini e degli stessi operatori sanitari, i quali nelle ultime ore si sono attivati con una raccolta di firme a sostegno di questa battaglia avviata dalla Associazione e dal Direttore della Asl, De Nuccio. E che oggi trova il convinto sostegno del Sindaco Marchionna.

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Nella lettera che verrà inviata ai vertici di Rfi, di Trenitalia e alla Regione si farà anche riferimento ad un’altra importante infrastruttura (che riguarda anche questa l’accessibilità ferroviaria ad un altro ospedale, il Dimiccoli di Barletta: opera che la Regione Puglia nei giorni scorsi ha annunciato verrà inaugurata entro il 2026 e per la quale è previsto un investimento di 313 mln di euro, finanziato per una quota di 100 mln di euro con fondi PNRR).

“Anche nel caso della fermata dell’Ospedale Dimiccoli di Barletta - fanno rilevare da L’isola che non c’è - l’intervento consentirà di migliorare non solo l’accessibilità all’ospedale della Bat, ma potrà contribuire a ridurre il traffico veicolare, incentivando l’uso del mezzo pubblico collettivo a basso impatto ambientale”.

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“Una scelta politica - questa di Barletta - che nei giorni scorsi è stata annunciata con grande enfasi da parte dell’Assessore regionale ai Trasporti Anita Maurodinoia e (per le stesse ragioni) apre concretamente uno spiraglio sulla possibilità di realizzare, anche nel caso del Perrino, una fermata che andrebbe a completare così un’opera che altrimenti resterebbe incompiuta. D’altronde, l’importanza del Perrino, in relazione alla popolazione servita e al numero di posti letto, risulta anche superiore al Dimiccoli”.

Il progetto per l’ospedale di Barletta, presumibilmente partito qualche anno fa, risulterebbe essere sul piano della mobilità l’esatta fotocopia di quello di Brindisi, nonostante il numero di posti letto di Barletta (399) sia poco più della metà di quello di Brindisi (647).

“Per queste ragioni - conclude la nota redatta dall’Associazione - realizzare la fermata a beneficio della linea regionale Bari-Lecce risulterebbe già di per sé un investimento economicamente sostenibile. Non solo per l'Azienda Ferroviaria (che dovrebbe trovare i fondi), ma anche per la stessa Regione Puglia, a cui spetterebbe finanziare la tratta attraverso il contratto di servizio."

(gelormini@gmail.com)

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