Mafia, 15 arresti in Salento per intesa mafioso-politica

15 arresti in Salento, a seguito di accertata di intesa mafioso-politica nelle recenti elezioni comunali a Neviano (Le), dalle indagini dei Carabinieri NI Lecce

Carabinieri volante
PugliaItalia
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L’ipotesi, supportata dai riscontri d’indagine dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Lecce, è quella di intesa mafioso-politica nelle recenti elezioni comunali a Neviano, in Salento, e ha portato all’arresto di 15 persone.

In carcere Michele Coluccia, 63 anni, di Noha (Galatina); Antonio Coluccia, 65, di Noha (Galatina); Antonio Bianco, detto "Stella", 49, di Aradeo; Marco Calò, conosciuto come "Uzzaru", 47 anni, di Aradeo; Gerardo Coluccia, 50 anni, di Aradeo; Silvio Coluccia, 53 anni, di Aradeo; Alì Farhnagi, 62 anni, di Giorgilorio (Surbo); Nicola Giangreco, 55 anni, di Aradeo; Renato Puce, 46 anni, di Corigliano d'Otranto; Cosimo Tarantini, 57 anni, di Neviano.

Ai domiciliari sono, invece, finiti Pasquale Coluccia, 30, di Galatina; Vitangelo Campeggio, 49 anni, di Lecce; Antonio Megha, 63 anni, di Neviano ed ex sindaco della cittadina in provincia di Lecce; Sergio Taurino, 58 anni, di Lecce. Altri tre gli indagati a piede libero: Emanuele Apollonio, 24 anni, di Aradeo; Stefano Marra, 29 anni, di Aradeo e Gabriele Serra, 26 anni, di Aradeo.

Le accuse, a vario titolo, vanno quelle di associazione di tipo mafiosa finalizzata all'usura, alle estorsioni, alla violenza privata, alla detenzione e porto illegale di armi, allo spaccio di sostanze stupefacenti e, per alcuni dei sodali, anche allo scambio elettorale politico mafioso.

Tra le diverse considerazioni, il Gip sottolinea come “Si sia reso evidente l'infiltrazione dell'organizzazione mafiosa nell'apparato amministrativo del Comune di Neviano, mediante l'inserimento di soggetti di diretta espressione del clan Coluccia. Tali condotte dimostrano come la campagna elettorale, che ha preceduto le elezioni amministrative del comune di Neviano, sia stata connotata dalla forte propensione dei candidati a mercanteggiare la funzione pubblica per interessi personali, con un inevitabile riverbero sull'intero apparato politico amministrativo costituitosi all'esito del voto”.