Padre Ambrogio Makar, sulle orme di San Nicola di Bari

L'intervista a padre Ambrogio Makar archimandrita della Chiesa russo-ortodossa del Patriarcato di Mosca, monaco ucraino nativo del Donbass.

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Ambrogio Makar
PugliaItalia

di Dario Patruno

Padre Ambrogio Makar, archimandrita della Chiesa russo-ortodossa del Patriarcato di Mosca, monaco ucraino nativo del Donbass, padre e pastore appassionato della comunità ortodossa che vive a Milano e nella quale convivono russi, ucraini e altri popoli slavi, uniti da una fede che in emigrazione diventa sovente un potente fattore identitario.

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Arrivato quindici anni fa da Kiev, ha visitato a lungo i fedeli presenti in Lombardia e nella Svizzera italiana, fondando parrocchie e svolgendo un lavoro di cucitura tra le piccole comunità che si erano venute formando in seguito alle migrazioni.

Molti sono suoi figli spirituali, più di duemila quelli che ha battezzato, da tutti viene considerato un grande padre. E lui, come segno di devozione per il patrono di Milano che gode di grande venerazione in Oriente, da monaco ha assunto il nome di Amvrosij, Ambrogio.

Ho avuto il privilegio di incontrarlo in una pausa delle celebrazione liturgiche officiate nella Basilica di San Nicola con una comunità composta di circa cinquanta adulti e bambini, in occasione dell’annuale pellegrinaggio a Bari per la festa di San Nicola, che la Chiesa Ortodossa celebra il 22 maggio. Ha concesso di rilasciarmi questa intervista.

Padre, grazie all’Associazione Centro Interculturale Ponte ad Oriente di Bari, attenta al mondo ortodosso, da alcuni anni ha instaurato un’amicizia con alcuni cattolici sulle orme del Santo. Cosa la spinge ogni anno a portare i fedeli della sua parrocchia in pellegrinaggio sulla tomba del Santo e cosa chiedete quest’anno di intercedere a Dio?

Questa festa per il trasferimento delle sante reliquie da Myra a Bari, è un miracolo grande perché sono state salvate dall’essere distrutte. Noi veniamo qui a Bari per stare con San Nicola, ringraziarlo, toccare le sante reliquie, ringraziare la città di Bari e tutti voi baresi per questo grande tesoro. Quando siamo davanti alle reliquie chiediamo la benedizione a Dio, per crescere spiritualmente nell’amore ed eliminare questo mondo egoistico.

Viviamo in un mondo difficile. Noi sentiamo come attraverso le preghiere di San Nicola, agisce Dio e chiediamo a San Nicola di aiutarci nella vita.

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Oggi ci sono state due cerimonie separate di due Chiese ortodosse in luoghi di culto diversi, cosa significa chiedere la Pace a San Nicola, sempre presente, perché Dio si renda presente a tutti al di là delle appartenenze?

Arriviamo qui per amore, per vivere la vita di continuo, manca l’amore e per questo c’è la tentazione di essere separati. Noi crediamo che c’è la divisione.

Noi chiediamo a San Nicola di essere salvati da difficoltà. (Ho ricordato al Padre che nella preghiera del Padre Nostro, è scritto: non ci abbandonare alla tentazione, applicandosi questa frase anche alla tentazione della divisione n.d.r. )

Quali sono le buone notizie che le aprono il cuore alla speranza di una pace vera e duratura?

Noi siamo cristiani, uomini della speranza prima di tutto, di una Pace duratura. Chiediamoci, chi è San Nicola, era un “gerarca” che poteva aiutare tanta gente a vivere seguendo il Vangelo, la coscienza…. Dico sempre ai nostri parrocchiani, noi dobbiamo vivere con la speranza che tutto quello che c’è, è nelle mani di Dio.

Noi dobbiamo solo sforzarci di chiedere a Dio di perdonarci e benedirci, tutto Dio aiuterà a correggere, noi chiediamo a San Nicola di stare con noi e crescere in questa speranza e vita spirituale che Lui aveva.

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Parole semplici e profonde, che pronunciate davanti al mare in una bella giornata riempiono il cuore di autentica speranza, pensando al vicino Oriente, porta della Pace. Nel pomeriggio nella Cripta la recita dell’Acatisto, tipica preghiera di rito orientale al Santo di Myra, ha chiuso il pellegrinaggio. Uniti in preghiera cattolici e ortodossi hanno assaporato la bellezzadello stare insieme, pregando Dio.