Politecnico di Bari, Elezione Rettore: e i Programmi?...

Le riflessioni del prof. Umberto Berardi sul prossimo cambio di guardia al Politecnico di Bari.

PugliaItalia

di Umberto Berardi

Nel ringraziare ancora una volta Affaritaliani.it/Puglia  per lo spazio dedicato alle vicende del Politecnico di Bari, ho sentito l’esigenza, in questa fredda giornata di aprile, di ritornare sulle vicende che stanno susseguendosi negli ultimi giorni. 


 

Condivido queste mie note nel constante auspicio che la prospettiva da darsi è quella del Politecnico del Futuro, e per questo la riflessione debba essere prospettica e ampia.

Un mese fa, avevo provato a tracciare alcuni stessi auspici per portare la discussione nel campo delle prospettive e delle cose da fare. Vedasi https://www.affaritaliani.it/puglia/politecnico-di-bari-verso-un-nuovo-rettore-prospettive-e-auspici-958922.html

Un mese dopo, con il decreto per le candidature ormai pubblicato (e sul quale un ricorso da parte di un possibile candidato è già stato presentato ed accettato), credo sia “ormai” il momento per parlare di programmi. Il rischio altrimenti è quello di vedere un film già scritto di ostruzionismo e campanilismo, che potrebbe durare ben oltre la fase elettorale. 


 

Un primo candidato ha annunciato che tra qualche giorno presenterà il proprio programma, altri aspettano di decidere se candidarsi. Mi auguro che ciascun programma (come un progetto) sia il risultato di processi collaborativi e plurali. Forse e’ opportuno che si chiarisca anche il metodo adottato per scrivere ciascun programma, anche perche’ ogni programma deve prima o poi diventare patrimonio di tutti. 

Ed è per questo che mi auguro che le prossime settimane permettano un confronto libero, scevro dagli schieramenti. Ridurre l’elezione del rettore solo ad accordi o a promesse segrete a singoli e a gruppi  rappresenterebbe un’occasione persa. Non a caso, l’attuale stallo lascia confusi molti tra gli studenti e il personale TAB, entrambi sono spesso poco considerati in queste logiche di accordi elettorali.

Nel mentre, le sfide che attendono il sistema universitario richiedono pratiche di partecipazione per creare progettualità diffuse e consapevoli. Le profonde trasformazioni del sistema universitario nazionale e internazionale, assieme alla concorrenza delle università telematiche (nazionali per il momento, ma a  breve anche delle top universities di tutto il mondo offriranno lauree telematiche in Italia), sono elementi coi quali, i programmi dei candidati rettori devono misurarsi. 

Andrebbe definito quanto prima un “piano post PNRR”. I soldi stanno per finire e il numero di precari (si pensi agli oltre 80 RTD-a in servizio e il cui contratto scadrà entro pochi mesi) va gestito con chiarezza. Il candidati rettori dovrebbero presentare le prospettive che ritengono piu’ idonee per evitare cocenti delusioni e per non generare una “guerra” di quelle aree disciplinari che hanno “intercettato” le risorse del PNRR, contro chi non le ha avute. 


 

Sarebbe bello se tra i temi del Politecnico del Futuro (in tutte le sue missioni, dalla didattica alla ricerca, e non solo) riuscissimo a riflettere su temi trasversali, i quali per loro natura richiedono strutture nuove per favorire collaborazioni interdisciplinari. Il Politecncio di Torino ha recentemente rafforzato insegnamenti su ambiente ed energia, in tutti i piani formativi; quello di Milano sta da tempo riflettendo sul ruolo dell’IA come materia da insegnare in tutti i corsi di studio. Cosa potrà contraddistinguere il Politecnico di Bari del Futuro? Esistono “asset disciplinari” che ci possano caratterizzare? (...ri-conosco il limite di questa impostazione e dei rischi dell”eccellenza di pochi”, ma ritengo che alcuni piccoli interventi strategici vadano compiuti..). 

È il momento anche di scegliere quale strategia territoriale vogliamo assumere, per evitare di ridurre la nostra attrattività al solo hinterland della città di Bari. E allora, come tornare a far crescere le sedi di Taranto? e di Foggia? Quali obiettivi possiamo assumerci nei prossimi 6 anni nelle interazioni verso i Balcani o il Mediterraneo... ? 


 

Nei programmi, con realismo e un pizzico di cinismo, spero trovi spazio una strategia chiara su quali azioni si ritengano prioritarie, perchè i programmi devono essere reali, e si deve avere modo di misurare eventuali “scostamenti dalle previsioni”.

Infine una considerazione importante. Viviamo una crisi di valori che purtroppo arricchisce le cronache quotidiane con femminicidi e suicidi, espressioni di malessere diffuso tra i giovani. Una univerità deve saper cogliere questa crisi e contribuire a ricucire coscienze e fragilità. Il Politecnico deve fare la sua parte nel creare benessere tra gli studenti, non solo quelli attuali, ma anche quelli futuri, lavorando in sinergia con le scuole, per diffondere ambizioni sane e propositive nei giovani.


 

Per far questo, dobbiamo costruire una coscienza diffusa sulla formazione esperienzale, sia disciplinare che extra-curriculare e dobbiamo favorire la creazione di un campus aperto, didattico ma anche ludico, che ospiti occasioni culturali diffuse e plurali e che abbatta quell’abitudine di vivere in un’università chiusa dopo le 20 e nei weekend. 

Siamo una Università tecnica, ma plurale e composita. Dobbiamo avere la forza di supportare tutti assieme il futuro rettore sentendoci tutti orgogliosi di essere da lui rappresentati. Ma per far questo... dobbiamo costuire assieme visioni e programmi.

 

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