Rifiuti radioattivi, cinque siti pugliesi tra le ipotesi di destinazione
Deposito rifiuti radioattivi, nell’elenco del Cnai 5 siti pugliesi e ancora una volta anche i territori dell’Alta Murgia.
Il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha revisionato la lista dei siti idonei allo stoccaggio delle scorie nucleari. 4 le aree tra Altamura, Matera e Laterza, una a Gravina in Puglia.
Quattro dei siti idonei sono in “coabitazione” con la Basilicata, perché si trovano a cavallo tra le province di Bari, Matera e Taranto; uno invece ricade nel territorio di Gravina in Puglia, in provincia di Bari.
Ecco l'elenco delle aree che coinvolgono la Puglia:
BA_MT-4 Bari, Matera Altamura, MateraBA_MT-5 Bari, Matera Altamura, MateraTA_MT-17 Matera, Taranto Laterza, MateraTA_MT-18 Matera, Taranto Laterza, MateraBA-5 Bari Gravina in Puglia
Immediata la reazione del sindaco di Altamura, Vitantonio Petronella: "Il nostro Comune con atti deliberati nel precedente mandato amministrativo insieme alle Regioni Puglia e Basilicata, oltre ai comitati appositamente costituiti, hanno presentato delle osservazioni con cui hanno dichiarato che il nostro territorio non è idoneo per un'installazione così impattante. Ci sono Comuni italiani che si sono candidati per realizzare il deposito nazionale. Pertanto si persegua questa strada di dare ascolto ai Comuni che hanno espresso tale volontà".
"Per quanto ci riguarda - ha sottolineato il sindaco Petronella - l'Amministrazione comunale di Altamura conferma la propria indisponibilità e ribadisce il no al deposito nucleare nazionale. Sono pronto sin d'ora a condividere delle azioni comuni con i sindaci dei Comuni di Gravina in Puglia, Matera e Laterza, ugualmente coinvolti, con i presidenti delle due Regioni e con gli altri rappresentanti della nostra città in Consiglio regionale e in Parlamento".
“Ancora una volta apprendiamo tristemente che il Ministero dell’Ambiente ha inserito Altamura, Gravina e Laterza tra le aree idonee per la realizzazione di depositi di rifiuti radioattivi. È una scelta scellerata: come possono essere considerate idonee delle aree appartenenti a un parco, quello dell’Alta Murgia, che per il suo patrimonio naturale è candidato a Geoparco Unesco? – ha commentato il consigliere regionale e presidente della IV commissione Agricoltura Francesco Paolicelli (Pd) – il progetto impatta fortemente su una zona che ha tutt’altra vocazione, come quella turistica. Ciò dovrebbe imporre scelte politiche differenti, che vadano nella direzione della tutela del paesaggio e non della devastazione preannunciata dall’arrivo delle scorie nucleari".
"Ritengo che il governo regionale debba opporsi al progetto. Per questo, ho depositato una richiesta di audizione congiunta della IV e V Commissione consiliare, l’assessora al ramo Maria Grazia Maraschio, perché la Puglia alzi le barricate contro un disegno che stravolge la natura del nostro territorio. Io stesso presenterò una mozione in Consiglio, per impegnare la Giunta a esprimersi contro il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica che ha pubblicato l’elenco dei comuni ritenuti idonei ad accogliere scorie nucleari. È necessario, però, che facciano sentire la loro voce anche gli abitanti dell’Alta Murgia, organizzando una grande mobilitazione di massa come accaduto nel 2021”.
In realtà, la lista non è chiusa. Il recente Decreto legge energia ha introdotto la possibilità di autocandidature per comuni che non sono compresi nella mappa. E ora ci sono 30 giorni per presentarle. L'Italia da decenni deve realizzare un deposito nazionale delle scorie nucleari, lo prevedono le norme Ue. I suoi rifiuti radioattivi oggi sono in Francia e Gran Bretagna (quelli più pericolosi) o sono sparsi in depositi poco sicuri.
Nel 2003 il governo Berlusconi provò a costruire la discarica a Scanzano Jonico in Basilicata, ma dovette rinunciare per la rivolta dell'intera regione. Nel 2021 la Sogin, la società pubblica per lo smantellamento degli impianti nucleari, che dovrà costruire e gestire ladiscarica, ha pubblicato una prima Carta dei siti potenzialmente idonei, individuati sulla base di criteri di sicurezza: lontananza da centri abitati, da corsi d'acqua e falde, da zone sismiche, da aree agricole e altro. Su questi siti è stata avviata una consultazione pubblica con i Comuni e cittadini, e si è arrivati alla lista definitiva di 51 aree, la Cnai (Carta nazionale delle aree idonee).
(gelormini@gmail.com)