UNIFG, Maddalena: 'Gli attacchi strumentali discreditano Rettore e Ateneo'

Università di Foggia, la professoressa Lucia Maddalena punta il dito contro gli attacchi strumentali al Rettore e all'Ateneo dauno. L'intervista ad Affari.

di Antonio V. Gelormini
Unifg Economia3
PugliaItalia

Profondamente delusa dalle vicende degli ultimi giorni, la professoressa Lucia Maddalena, Direttrice del Dipartimento DEMeT e Decana dell’Università di Foggia, accetta l’intervista a cura di Affaritaliani.it - Puglia ed esordisce con una dichiarazione di disponibilità e di amore per il DEMeT e per i suoi studenti: “Sarei stata pronta a dimettermi se le ragioni della fuga dal DEMeT fossero state di una reale ‘parentopoli’. Purtroppo, però, la costituzione del nuovo dipartimento è solo un tassello di una strategia più ampia, le polemiche costruite intorno alla mia persona e a quella di stimati Colleghi sono strumentali e pretestuose e mirano a destabilizzare l’Ateneo”.

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Professoressa Maddalena, mi sembra di capire che - a suo parere - l’attacco ricevuto da lei e dal suo Dipartimento sia strumentale ad altro disegno e obiettivo?

Non è casuale che fino a prima dell’elezione del nuovo Rettore la dialettica interna al Dipartimento fosse assolutamente normale, con decisioni assunte all’unanimità. Tutto sembra essersi incrinato quando l’area Economica ha maggioritariamente sostenuto l’elezione del candidato Lorenzo Lo Muzio, mentre un’altra area del dipartimento avrebbe preferito la candidata Donatella Curtotti. All’indomani delle elezioni, il clima interno al Dipartimento DEMeT si è modificato ma non avrei immaginato tanto: fino a giungere alle false accuse veicolate dal portavoce del ex Rettore Maurizio Ricci.

Accuse, quindi, infondate quelle lette sulla stampa?

Non le nascondo di essere provata dalle false accuse rivolte contro di me. Per questo, esorto chiunque ravveda delle irregolarità a rivolgersi alla magistratura, ma anche a denunciare pubblicamente al Rettore e all’Ateneo le stesse. Al tempo stesso, vorrei esortare i Professori di questa Università a non trincerarsi dietro un falso moralismo, dichiarandosi turbati da un articolo di giornale mal scritto...  La verità è che si vorrebbe attuare una strategia pericolosa. Questa non è un'operazione scientifica, e anche la collocazione in Area economica - che si vorrebbe dare al terzo dipartimento di Science Sociali dell’Università - non apppare fondata su motivazoni culturali o scientifiche. Le professoresse Sisto e Pilone, che siedono in Senato accademico, e il prof. Muscio, consigliere di amministrazione, sono, in effetti, tutti firmatari della proposta, che li accumuna a docenti di Latino, Veterinaria e Storia del Cristianesimo. Non cadiamo nell’inganno di pensare che si siano oggi ritrovati, per caso, attorno ad un identitario progetto culturale.

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Ma di che si tratta? Anche nell’Unifg è in corso una guerra interna?

Evidentemente sì. Dovrebbe chiedere ai direttori degli altri dipartimenti, da cui numerosi docenti intendono staccarsi per fare in modo che il gruppo di docenti del DEMET che chiede di fuoriuscire, abbia i numeri per costituire un nuovo dipartimento. Perché ciò avvienga non lo so, ma sono certa che qualche riflessione potrebbero fornirla quei direttori che stanno permettendo tutto questo.  Molto strano che Direttori esterni all’area economica pressino il Rettore per far avvenire queste manovre in tempi brevi e rendono persino pubbliche dichiarazioni, per giustificare i contenuti del progetto. Vogliono liberarsi di docenti dei loro dipartimenti o puntano a controllarne uno nuovo? Queste domande sono persino retoriche, per gli addetti ai lavori: si intravede chiaramente una strategia complessiva, per accerchiare il nuovo Rettore. E’ chiaro che non si tratta di “clima insostenibile al Demet”, come qualcuno ha cercato di far credere.

Contesa tra Dipartimenti, nella quale il suo DEMET rischia di essere un manzoniano vaso di coccio fra vasi ferro?

Il progetto di un nuovo dipartimento di Scienze sociali non è stato mai discusso nei dipartimenti, né tantomeno con gli studenti e col resto della comunità accademica. Né io, né il Direttore del Dipartimento di Economia, prof. Pasquale Di Biase, siamo stati consultati, per un Dipartimento che nasceva nella nostra Area.

Il Demet è un progetto culturale che punta a unire ricercatori attivi sul e per il territorio. Se la terza missione è la chiave delle università del nostro tempo, la nostra Università ha il dovere di lavorare per il territorio. Eppure a distanza di soli tre anni, ci sono molti colleghi che vorrebbero chiedere nuovamente un nuovo dipartimento, purtroppo non proprio con un intento culturale. Strano che lo si faccia dopo aver ottenuto tanto dal DEMET.  

Terrei a precisare che il valore e la serietà della parola data, chiedendo di avviare il progetto del DEMET non possono essere un taxi, su cui salire e scendere a proprio piacimento, per cui non si può chiedere ogni tre anni di avviare un nuovo dipartimento, vagheggiando scuse e alibi. Tra l’altro, perché fare un nuovo dipartimento invece di allargare quello cui già si afferisce?

Professoressa Maddalena, le accuse mosse hanno coinvolto anche membri della sua famiglia.

E’ giusto e opportuno che si faccia chiarezza anche su questo punto. Perché stiamo parlando del nulla e l'integrità professionale oltre che umana di chi è stato coinvolto, merita di essere tutelata. Si è parlato nei titoli dei giornali di assunzioni, senza rendersi conto dell’infondatezza di queste accuse, sollevate da chi fino a poco tempo fa era il portavoce del Rettore.

L'arch. Berardi ha un incarico nel servizio edilizia come vincitore di concorso da otto anni e pertanto la procedura di stabilizzazione, che ha coinvolto moltissime unità di personale, era un atto d'ufficio, che l’Ateneo ha eseguito per non incorrere in procedure di infrazione per precarizzazione perdurata, ma che non ha portato alcuna variazione nel suo ruolo (e nel suo stipendio).

La dott.ssa Paola Catalano (nuora della prof.ssa Maddalena, ndr) non lavora all’Università di Foggia, non percepisce uno stipendio, ma frequenta un percorso di formazione (tra l’altro, superando un concorso di accesso che ha registrato meno domande rispetto ai posti di dottorato messi a bando). Per di più, la dott.ssa Catalano risulta non assegnataria di borsa di studio per la frequenza del dottorato. Se poi l’essere nuora di un docente debba condurre a non avere il diritto a frequentare un percorso di studio...

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Quale piega pensa prenderanno le cose e quali prospettive si auspica possa avere non solo la vicenda ma il futuro dell’UNIFG?

Voglio rivolgermi a tutta la comunità accademica, che ho guidato con responsabilità e spirito di servizio: questa non è una storia di parenti. Quello che si sta consumando è un vile attacco alla figura del Rettore, uno scacco alla sua stabilità politica nel tentativo di lottizzare gli organi di governo dell’Ateneo.

Bisogna fare uno sforzo che permetta di non subire la barbarie, di chi con i giornalisti amici, pensa di cambiare le sorti di votazioni democratiche. Bisogna capire che se non si è diventati Rettore, non si può e non si deve rovesciare il tavolo da gioco.

La mia carriera sta volgendo a compimento e l'Università di Foggia, a cui con onore e devozione ho offerto tutta la mia vita - avendo avuto il privilegio di insegnare fin dalla sua nascita e quando professore Ordinario all’Università degli Studi di Bari nel  '94  decisi di restare a Foggia, merita di più.

Spero che si capisca l’importanza di tornare a lavorare e di evitare che l'interesse fazioso delle divisioni interne possa affievolire l’entusiasmo dei nostri studenti. Una partita che non può essere giocata sul loro futuro e sul destino del nostro territorio.

(gelormini@gmail.com)

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