Vito Leccese: 'Andiamo' l'abbraccio a Laforgia e il ricordo di Enrico Dalfino

"Andiamo!": allo Showville presentata la candidatura a Sindaco di Bari di Vito Leccese. L'abbraccio con Michele Laforgia e il ricordo del sindaco Enrico Dalfino

presentata la candidatura di Vito Leccese
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"Andiamo!": al multisala Showville la presentazione della candidatura di Vito Leccese, che ha radunato cittadini, simpatizzanti e iscritti delle forze della coalizione che sostengono la sua candidatura a sindaco di Bari.

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“Andiamo a vincere! - ha dichiarato a caldo Domenico De Santis, Segretario regionale pugliese del PD  -l’Assemblea pubblica con Vito Leccese, promossa dal Partito democratico, è stato un grande successo di partecipazione. Mi scuso pubblicamente con le centinaia e centinaia di militanti, cittadini, donne e uomini, che non sono riusciti ad entrare in sala e non hanno potuto seguire la presentazione di Vito Leccese e delle idee del PD.”

“I bellissimi discorsi di Michele Emiliano, Antonio Decaro e Daniela Mazzucca hanno raccontato il grande cambiamento che la città di Bari ha vissuto in questi anni. - ha continuato De Santis - Vito Leccese nel suo intervento ha raccontato il suo entusiasmo, la sua passione giovanile, le sue battaglie ambientaliste dal risanamento della fibronit  al risanamento dei waterfront cittadini". 

"Sono contento della presenza di Michele Laforgia all’incontro - ha concluso De Santis - perché con le primarie abbiamo unito la coalizione, per battere le destre. Le regole le decideremo insieme, certo noi siamo per una partecipazione in tutti i quartieri, con confronti precedenti e massima trasparenza di partecipazione.”

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Il testo dell'intervento di Vito Leccese.

"Mamma mia che emozione, visti da qui siete tantissimi!!!

Non è facile, si non è stato per niente facile salire su questo palco.

Vogliamo una città della ricerca e della conoscenza, che con i suoi 60.000 studenti universitari e 4.500 ricercatori, le sue università, gli 11 istituti di ricerca nazionali e internazionali, parchi tecnologici e laboratori pubblico-privati è in grado di affermarsi oggi come polo di eccellenza nel Mezzogiorno.

Vogliamo una città dell’innovazione, che ha rafforzato il suo posizionamento industriale, oggi sempre più rivolto alle tecnologie emergenti e che sta progressivamente qualificando il capoluogo come nuovo hub digitale.

Negli ultimi cinque anni, il dinamismo della città e il suo capitale umano sono stati apprezzati da grandi gruppi come Fincons, Deloitte ed Ernst & Young, Ntt, l'europea Atos e la Pirelli Digital Solutions. Dobbiamo proseguire e ampliare la portata di questo corso, attraendo nuove imprese e moltiplicando le opportunità lavorative perTutti, mettendo a disposizione dei nostri giovani spazi per il co working, l’incubazione e l’accelerazione d’impresa.

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Vogliamo una città della cultura, che attorno al culto nicolaiano ha costruito la sua identità e riconoscibilità internazionale, e che oggi, con il suo centro storico medioevale, i suoi teatri riaperti, il suo museo archeologico, la sua pinacoteca, le sue architetture liberty, è diventata seconda destinazione turistica regionale e tra le prime città italiane ed europee per attrattività monumentale, archeologica, culturale, enogastronomica, con un aeroporto che movimenta annualmente più di 6 milioni di passeggeri e un porto che ne intercetta 2 milioni all’anno.

Vogliamo una città dei diritti, che negli ultimi due decenni ha moltiplicato la sua spesa sociale, portandola a 191 euro a persona contro i 124 della media italiana e i 58 della media nel sud.  Un sistema di protezione sociale che assicura presìdi per le famiglie in ogni quartiere, l’aumento da 350 a 1400 posti bambino negli asili nidi pubblici, la presa in carico e l’orientamento dei giovani senza lavoro e degli adulti disoccupati attraverso Porta Futuro.

Ma non basta, nei prossimi mesi dovremo qualificare il patrimonio abitativo e ampliarlo, anche attraverso forme innovative di housing per fronteggiare la drammatica emergenza in corso.

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Vogliamo una città che prosegua le sue politiche contro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere. Potremmo dire che questa è la città che sogniamo. Ma non è proprio così. Questa città abbiamo cominciato a sognarla già più di vent’anni fa. Era primavera. E i germogli di molti di quei sogni si sono trasformati in frutti. Altri ne sono nati e altri ne nasceranno ancora. Sarebbe un vero peccato se questa fioritura si interrompesse sul più bello.

Oggi a Bari quel concetto a volte fumoso, a volte ruffiano che risponde al nome di transizione ecologica, si sta finalmente declinando in progetti concreti , servizi, opere. Sta diventando migliore la qualità della vita per i nostri concittadini.

Non possiamo fermarci, dobbiamo continuare così. La nostra campagna elettorale sarà fatta di parole chiare, di progetti seri e di una visione di lungo periodo. Saremo duri nei confronti delle idee che riteniamo nocive per la città, ma sempre rispettosi delle persone che le sostengono.

Perché Bari merita una campagna elettorale corretta e civile. Che sia occasione per concentrarci sul futuro della città, non su polemiche di corto respiro e litigi da bar. Noi non tradiremo la nostra storia, le nostre tradizioni, i nostri cittadini. Ma siamo pronti a immaginare una nuova Bari. Perché ne conosciamo bene vizi e virtù.

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Conosciamo la Bari della criminalità organizzata e quella dei cittadini che non voltano più la testa dall’altra parte e denunciano. Conosciamo la città che vuole ancora il parcheggio sotto casa e quella che ha imparato a usare i mezzi pubblici. Conosciamo la città che sporca e quella che ha imparato a differenziare. La città dei diritti negati, tanti, ancora troppi, e la città delle libertà conquistate.

Conosciamo la Bari dalle nuove pulsioni reazionarie e quella sana, non violenta e antifascista. La Bari egoista e autoreferenziale e quella che si fa in quattro per non lasciare nessuno indietro.Conosciamo la Bari della più buona focaccia al mondo. E non ci vergogniamo di riconoscerci nelle nostre tradizioni, enogastronomia compresa. Non ci vergogniamo perché conosciamo anche la Bari dell’innovazione competitiva delle nostre aziende e delle tante multinazionali che investono qui, come mai prima d’ora.

Conosciamo la Bari degli slogan. Quelli triti e ritriti che si riaffacciano ad ogni campagna elettorale. Ma preferiamo la Bari delle persone. Le persone che quegli slogan, in questi vent’anni, li hanno rispediti al mittente, nella cabina elettorale.Le persone in carne ed ossa, con i loro sogni e le loro aspettative. È per loro che facciamo politica, con tutti i nostri limiti. Ed è a loro che dobbiamo rispondere, ogni cinque anni, per capire se abbiamo lavorato bene o male.Le persone.

Mi vengono spesso in mente le parole di un altro sindaco, che in un momento di straordinaria tensione, seppe dare a Bari, all’Italia e al mondo intero, una grandissima lezione di umanità e civiltà.Era l’8 agosto del 1991. Era il mio sindaco. Era Enrico Dalfino.

“Sono persone”, disse, riferendosi ai 18.000 albanesi che stavano per sbarcare su quella banchina del porto di Bari. “Sono persone. Persone disperate. Non possono essere rispedite indietro, noi siamo la loro unica speranza”.

Anche in quel caso ero un passo di fianco, ma sentivo in quelle parole la forza della storia che ci stava travolgendo. Anche lì, quella mattina, mi tremavano le gambe. E anche lì, su quella banchina, Enrico Dalfino mi disse: Vito, Andiamo! Ed io, insieme alla mia città, ho cominciato a camminare dentro una storia nuova.Una storia che mi ha portato fino a qui, da voi, oggi. Una storia che si nutre di persone, tante, quelle che sono qui in questa sala e quelle che sono là fuori. A loro, a voi, a me stesso, con tutto l’amore per questa nostra città, è arrivato il momento di dire: Andiamo!".

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