Riforma del Csm nel pantano: Marta Cartabia tenta una difficile mediazione

La ministra della Giustizia ha convocato una riunione ad oltranza per superare i veti incrociati dei partiti

di Daniel Moretti
La ministra della Giustizia Marta Cartabia (Imagoeconomica)
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Riforma Giustizia impantanata in Commissione: il nodo è l'elezione dei togati

La riforma del Csm è ancora impantanata in Commissione e, secondo quanto risulta ad affaritaliani.it, lo stallo sarà difficilmente superabile in tempi brevi. Nonostante l'invito del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ad approvarla “con urgenza”, i partiti sono ancora molto distanti dal trovare la quadra. Tant'è che la conferenza dei capigruppo della Camera ha fatto slittare l'approdo del testo alla Camera dal 28 marzo al 19 aprile. Lunedì la ministra Marta Cartabia proverà ad avvicinare le parti, con una riunione ad oltranza.  Il nodo principale è quello legato al sistema elettorale per la componente togata del Csm.

Centrodestra, IV e Azione vogliono il sorteggio

Il centrodestra, Italia viva e Azione rilanciano con forza la soluzione del sorteggio, giudicata però incostituzionale della ministra. Quest'ultima tuttavia ieri ha aperto ad una mediazione: sorteggio non per la scelta dei candidati togati, ma per la formazione dei collegi elettorali. Ipotesi immediatamente rifiutata da Italia viva. ''La proposta di Cartabia per il Csm di sorteggi per i collegi non affronta le reali criticità, tira fuori un sistema vecchio e già superato. Non ci vuole il sorteggio dei collegi, ma dei componenti”, afferma Cosimo Maria Ferri, componente della Commissione Giustizia della Camera per il partito di Renzi. “Ci vuole coraggio -aggiunge Ferri-. Se la ministra mostrerà una reale voglia di cambiare avrà certamente il nostro sostegno. Per ora purtroppo vedo un sistema su misura delle correnti. Questo non è cambiamento''. Dello stesso avviso anche Enrico Costa, responsabile giustizia Azione secondo cui “andando avanti così, si rischia di partorire un topolino”.

La freddezza di Forza Italia

La soluzione Cartabia prende spunto da un subemendamento della Lega, che infatti è l'unica componente del centrodestra ad aver plaudito alla proposta di mediazione. Forza Italia invece è rimasta piuttosto fredda. “Il sorteggio dei collegi a mio avviso non è una soluzione soddisfacente perché in realtà rafforzerebbe il ruolo delle correnti - dichiara Pierantonio Zanettin, capogruppo di Fi in commissione Giustizia. “Un candidato che deve prendere il voti in un collegio, che potrebbe essere assai lontano dall'ufficio giudiziario dove opera, ha la necessita' del sostegno dell'organizzazione di una corrente per ottenere consenso. Non ravviso quindi particolari miglioramenti rispetto alla legge attuale", aggiunge Zanettin.

La posizione di Pd e M5S

Dall'altra parte il M5S, che pure in passato aveva sostenuto l'idea del sorteggio, oggi lo stronca. “Non vorrei che con la scusa di fermare il correntismo, si volesse abbattere direttamente il Csm, come vuole qualcuno”, dichiara Mario Perantoni, presidente M5S della commissione Giustizia alla Camera. “Lavoriamo sulla territorialità, sui collegi e sulle modalità di lavoro delle commissioni, non assecondando una visione populista della giustizia”. Mentre dal Pd, Walter Verini, relatore della riforma afferma: “Dal punto di vista politico, non è tanto la quantità di subemendamenti a preoccupare ma un altro aspetto: la riforma può e deve essere migliorata. Ma non può essere stravolta”.

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