A Roma c'è sempre trippa per gatti. Il Comune approva il nuovo menu: 80 mila euro per 9324 felini in colonia. E i topi ballano
Raddoppiato in un anno il contributo per sfamare le colone feline. Per le gattare libero accesso plurimarche ai produttori di petfood. Crolla il mito di Nathan
Ernesto Nathan, sindaco di Roma dal 1907 al 1913, invece che passare alla storia per aver rimesso in ordine i conti del Campidoglio è finito su Wikipedia per aver tagliato i fondi del Comune di Roma destinati al sostegno dei gatti romani. Ma dal “Non c'è più trippa per gatti”, ora si passa al menu della Giunta Gualtieri che modifica le modalità di distribuzione del cibo alle colonie feline.
Sia chiaro: chi scrive è scevro da ogni pregiudizio animalista o politico sulle colonie feline, che in appena un anno hanno avuto il raddoppio del contributo comunale per l'acquisto di cibo e che ha superato in percentuale qualsiasi adeguamento della spesa pubblica per combattere l'inflazione.
Vince il bando la catena Giulius
E non nutre alcun pregiudizio sul vincitore del bando comunale, la catena Giulius, alla quale le gattare romane potranno rivolgersi per avere cibo gratis per le colonie, “scegliendo liberamente tra le diverse marche” come Gemon, Hill's, Wiskas e Netstlé-Purina o Royal Canin a dispetto del nome, per concludere con Monge che obbliga i poveri gatti a nutrirsi grazie alla pazienza e all'amore di un uomo che adorava i Labrador o i Golden. Sempre lo scrivente chiede scusa a Natural Trainer e Farmina e a tutti quei brand che colonizzano il mondo del pet food, ingiustamente non citati.
Dal quinto quarto ai croccantini e bocconcini
Ciò che stupisce è l'efficienza e l'entusiasmo del Comune di Roma nel promuovere una spesa tutto sommato sostenibile per le casse romane, passate dalla trippa e dal quinto quarto, ai bocconcini o croccantini addirittura con un nuovo regolamento scritto apposta per far pace con la lobby delle gattare. Un gruppo di sensibili alla natura che, come ogni corporazione, persegue fini nobili.
Il Comune cambia le leggi dell'etologia
Ora, se per ciascuno degli adorabili felini che a Roma sono 9 mila e oltre, il Comune stanzia 80 mila euro l'anno, a fronte di 10 milioni di topi cade il teorema Nathan sulla necessità di non modificare l'istinto predatorio felino e di mandarli a caccia seguendo le regole naturali delle diverse specie, ora bisognerà riscrivere un pezzo di storia della città e dell'etologia.
Gatto non mangia topo e dopo topo e cinghiale mangiano i rifiuti
Gatto non mangia più topo e topo mangia rifiuti. Quindi cinghiali mangiano rifiuti e poi l'amministrazione di una città come Roma si permette di interrompere la catena alimentare per assicurare un pasto sano ai randagi. Prossimo passo: un accordo con fornitore di cibo per topi e cinghiali? E i gabbiani? E le volpi? A proposito di cinghiali: l'evoluzione “monnezzara” degli ungulati è stata così veloce che oggi escono a caccia di cibo solo nei giorni in cui viene ritirato l'umido. Praticamente vanno a mensa.
Ora il comunicato del Comune di Roma in versione integrale
“È stata modificata la modalità di distribuzione del cibo per i gatti delle colonie feline ufficialmente registrate. Il Dipartimento Tutela Ambientale, che contribuisce alla fornitura di alimenti per i gatti presenti nelle colonie, ha introdotto un nuovo procedimento per la ripartizione del cibo, del quale è stata data comunicazione a tutti i referenti delle colonie.
Nel 2024 sono stati messi a bando 80.000 euro – il doppio rispetto all’anno precedente - per l’acquisto di cibo di diverse marche per le colonie presenti all’interno del territorio capitolino e censite dalle ASL. All’esito di una procedura di affidamento, è stato scelto “Giulius”, operatore economico con punti vendita su tutto il territorio cittadino. La nuova metodologia di distribuzione prevede che i referenti inviino le richieste con le informazioni sulla tipologia, la quantità e il punto vendita dove intendono ritirare il cibo. A differenza della precedente procedura, che prevedeva l’acquisto di una sola marca di cibo e il ritiro direttamente al canile di Muratella, l’attuale dispone il coinvolgimento iniziale dei referenti delle colonie chiamati a scegliere la tipologia di alimenti che più si adattano alle abitudini e all’età media degli animali accolti, garantendo una migliore organizzazione e l’utilizzo di tutte le risorse acquistate dall’Amministrazione. In particolare, le colonie che hanno fatto richiesta quest’anno sono circa 610 per un totale di 9324 gatti, a fronte delle 550 dell’anno precedente.
“Con questa nuova procedura abbiamo voluto rendere più puntuale ed efficiente l’impiego delle risorse economiche destinate al sostegno delle colonie feline della città, contribuendo a migliorarne i servizi di assistenza. Occorre anche ricordare il prezioso impegno dei volontari, la cui collaborazione consente una cura giornaliera e un aggiornamento costante sullo stato di salute degli animali”, ha dichiarato Sabrina Alfonsi, Assessora all’Ambiente, Agricoltura e Ciclo dei Rifiuti di Roma Capitale.