Agricoltori come schiavi, allarme nel Lazio: il 25% delle aziende fuorilegge

Lavoratori dell'agricolura ridotti in schiavitù. Circa il 25% delle aziende fuorilegge. Uno sfruttamento del lavoro nelle campagne laziali da brividi

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(Fonte immagine: Pexels) 
Roma

Lavoratori dell'agricolura ridotti in schiavitù. Circa il 25% delle aziende fuorilegge. Una situazione sullo sfruttamento del lavoro nelle campagne laziali davvero da brivido, dove caporalato e compensi da fame la fanno da padrone.

E' la fotografia scattata dalla Uil Lazio e della Uila

Le ispezioni

"Circa 40 ispezioni e 16 denunce per irregolarità di cui 4 gravi. Questa la situazione riscontrata dai carabinieri in alcune aziende agricole delle province di Roma, Latina e Viterbo. Ancora una volta una realtà di sfruttamento del lavoro ai danni dei più deboli e senza nemmeno il rispetto delle normative sulla sicurezza".  Così i segretari generali della Uil Lazio e della Uila, Alberto Civica e Antonio Mattei in una nota. 

Indiani in prima linea

"Non è un caso, pensiamo - continuano i sindacalisti - che la maggior parte dei lavoratori fosse di origine indiana, quindi con più difficoltà a difendersi e a far valere i propri diritti - proseguono i sindacalisti- Ma il lavoro non è ricatto, lo ripetiamo da anni. Il lavoro è dignità. Quella stessa dignità che viene costantemente calpestata. Non si può accettare che dopo le proteste, i tavoli aperti con le istituzioni, le denunce, i protocolli firmati e le leggi regionali sugli appalti ci siano ancora situazioni del genere. Che tra l’altro non sono casi isolati come spesso si vuole far credere. Cosa aspetta il Governo per agire pesantemente a tutela del lavoro e dei lavoratori?".

Appello al Governo

"Da tempo ribadiamo l’opportunità di istituire la fattispecie di omicidio sul lavoro e la costituzione di una procura speciale, quanto tempo occorrerà ancora prima che se ne deduca l’impellenza di procedere in questa direzione? Bisogna attendere l'ennesima tragedia perché se ne parli diffusamente per poi mettere tutto a tacere? Perché i necrologi sono facili da scrivere, la solidarietà non costa nulla, le ispezioni, la formazione e la prevenzione, invece, hanno un costo. Economico ma anche politico, che spesso nn si è disposti a pagare. Ed è questo che va modificato. Anche attraverso l'intensificarsi  di controlli del genere, non solo a carico delle forze dell'ordine ma anche degli organismi preposti. Chiediamo poi, alle istituzioni preposte che, una volta appurate le violazioni, vengano immediatamente attuate tutte le forme di tutela previste per i lavoratori delle aziende dove sono state riscontate irregolarità , in modo da non penalizzarli ulteriormente. "Infine - domandano Civica e Mattei - cosa accadrà nei prossimi giorni e mesi con l'aumento delle temperature? Abbiamo chiesto già da tempo in Regione l'attivazione di un piano caldo proprio per evitare incidenti e malori soprattutto per i lavoratori agricoli durante l'estate. Stiamo aspettando di essere convocati proprio per mettere in atto velocemente un piano di prevenzione in tal senso", concludono Civita e Mattei.