Anagni, "uccidere la capretta non è reato": il Pm chiede l'archiviazione
Il 27 agosto scorso una capretta veniva presa a calci durante una festa di compleanno in un agriturismo di Anagni: è stata chiesta l'archiviazione
Uccidere una capretta a calci non è reato. A sancirlo è la richiesta di archiviazione che la Procura di Frosinone ha avanzato. Il 27 agosto scorso una capretta veniva presa a calci durante una festa di compleanno in un agriturismo di Anagni, nel Lazio.
A seguito delle indagini sei ragazzi maggiorenni, e un minorenne, vennero accusati di essere coinvolti nell'uccisione dell'animale.
I fatti
L'accaduto ebbe molto rilievo perché la scena dei calci alla capretta venne filmata da alcuni dei ragazzi, senza che nessuno intervenisse in sua difesa o per far smettere lo scempio, e poi diffusa sui social e chat dei cellulari. Ora, a quasi 8 mesi dall'accaduto, si va verso l'archiviazione del caso come richiesto dal pubblico ministero di Frosinone. Una decisione che fa indignare gli animalisti, così come è accaduto nei giorni scorsi per un altro eclatante caso di cronaca che ha visto al centro di tutto la morte di un cane: Aron, il Pit Bull, legato a un palo e dato alle fiamme da un 47 enne a Palermo.
Ira della Lav
“È incredibile la richiesta di archiviazione delle indagini - commenta la Lega AntiVivisezione - . Una pagina nera, che ha fatto a suo tempo indignare tutta l’Italia civile e che ora la Procura della Repubblica di Frosinone vorrebbe cancellare. Siamo indignati e faremo opposizione, affinché sia chiaro il messaggio che la violenza non è meno grave a seconda di chi sia la vittima. Un animale è morto di morte violenta, sul suo corpo c’è chi ha infierito e se ne è fatto anche vanto”.
"Soggetti pericolosi"
Oltre ai diritti alla vita dell'animale, gli attivisti sottolineano anche la "pericolosità di soggetti simili deve essere circoscritta, e stigmatizzata. Sono tanti i reati di violenza su animali che rimangono impuniti: sono necessarie pene esemplari per chiunque li maltratti o li uccida. Saremo attivi e presenti nelle prossime fasi dell'iter giudiziario, per ribadire, come sempre, la necessità di un cambio assoluto di considerazione per gli animali e per il valore intrinseco delle loro vite. Sempre”.