Autovelox e 30 all'ora: Gualtieri sfida Salvini: “Basta, è facoltà dei Comuni”

Il sindaco di Roma: “Grave che si voglia inibire la possibilità di applicare i limiti di velocità nelle città... Grave se si procedesse su questo decreto”

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Roberto Gualtieri
Roma

Sulla Città 30, "sono sorpreso dall'impostazione del ministro Salvini, che ritengo sbagliata proceduralmente ma anche sostanzialmente". Lo ha detto il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, intervenendo al meeting nazionale 'Più piano, più sicuro', sulla Città 30 a Bologna.

"Proceduralmente - ha detto - la direttiva all'Anci ha uno scarso valore giuridico e si appoggia a una circolare del '79, superata dal regolamento del '92: una circolare produttrice di ricorsi, una scelta bizzarra, ispirata più a una volontà politica che a una vera ricognizione delle fonti del diritto, oltre che irragionevole nella sostanza".

Gualtieri, la sfida: "Singolare per un autonomista decidere"

"Noi vogliamo interloquire - ha aggiunto - ma con la ragionevolezza di spiegare che è nella facoltà dei Comuni di individuare strade, la somma delle quali produce zone, nelle quali è opportuna una riduzione della velocità, specie se si accompagna a una ridefinizione degli spazi pubblici. C'è quindi piena legittimità". "Dal punto di vista politico - ha detto ancora Gualtieri - appare singolare che chi da una parte sostiene le ragioni dell'autonomia spinta, tanto da volerla differenziata, poi dica che sia il Ministero a dover decidere sulle strade e non il Comune che conosce il proprio territorio".

"Sbagliato il decreto sugli autovelox"

"Ancora più sbagliata la proposta di decreto sugli autovelox - ha proseguito il sindaco di Roma - le isole servono proprio a rendere gli autovelox meno necessari. Trovo grave che si voglia inibire la possibilità di applicare i limiti di velocità nelle città, sembra un incentivo alla loro violazione. Sarebbe grave se si procedesse su questo decreto". "Serve dunque una interlocuzione per capire intanto la ratio, che non può essere quella di complicare la vita alle persone. E poi c'è un criterio di sussidiarietà, spetta ai Comuni decidere. Siamo pronti a discutere ma anche a difendere i principi di fondo -  ha concluso - di andare nella direzione in cui va tutto il mondo civile".