Caritas presenta i Mali di Roma. Il Vaticano: "Diventi città della speranza"

A cinquant’anni dal convegno sui “Mali di Roma”, la Diocesi propone un nuovo momento di ascolto per rilanciare la speranza

Roma

Dai mali di Roma alla città della speranza. Lo sforzo è tanto, l'ambizione pure. E a lanciare la sfida è la Caritas Diocesana. Il Varticano crede nella scommessa e punta forte sul futuro della Capitale per renderla sicuramente migliore di quella che oggi.

Di questo e tanto altro si è parlato proprio nel cinquantenario del convegno "I Mali di Roma".

A cinquant'anni dal confronto

A cinquant’anni dal convegno sui “Mali di Roma”, la Diocesi propone un nuovo momento di ascolto e di confronto per individuare possibili strategie volte a contrastare le dilaganti disuguaglianze che minacciano la coesione sociale. Lunedì 19 febbraio, nell’Aula della Conciliazione del Palazzo Apostolico Lateranense, Chiesa, politica, mondo accademico, realtà del terzo settore richiameranno alla responsabilità nel convegno “(Dis)uguaglianze”.

Cinque punti chiave

Durante il convegno è stata diffusa integralmente la lettera alla città del cardinale vicario Angelo De Donatis,, Un primo passo di un percorso che intende "avviare processi con una prospettiva ecclesiale nella forma della laicità", ha detto monsignor Giuseppe Lorizio, direttore dell’Ufficio per la cultura della diocesi di Roma. In calendario altri cinque momenti di confronto curati da vari organismi diocesani. Le problematiche scolastiche saranno al centro dell’incontro del 13 marzo all’Istituto Amaldi; di sanità si parlerà il 10 aprile al policlinico Tor Vergata; il 23 maggio, in una parrocchia di Primavalle, si discuterà delle problematiche abitative; le tematiche relative al lavoro saranno al centro dell’incontro del 1° giugno a “La nuova arca” in via Castel di Leva 416. L’ultimo incontro, in prospettiva culturale, si terrà nella basilica di San Giovanni in Laterano il 27 settembre.

Il Direttore delle Comunicazioni sociali della Diocesi

"Le prime tre lettere sono tra parentesi perché vorremmo cancellarle. È questa la modifica che dobbiamo promuovere", ha spiegato padre Giulio Albanese, direttore dell’Ufficio per le Comunicazioni sociali della diocesi, nella conferenza stampa di presentazione dell’evento svoltasi questa mattina, 16 febbraio, nella Sala degli Imperatori del Palazzo Apostolico Lateranense. Quello del febbraio 1974, "non fu solo un evento ecclesiale ma anche sociale», ha osservato il vicegerente della diocesi di Roma Baldo Reina. A 50 anni di distanza, non si vuole «soltanto mettere in luce le criticità di Roma – ha proseguito -. Vorremmo che le tante forze sane che vi operano riuscissero a riflettere sul suo ruolo cruciale per il Paese, per la Chiesa universale e per il mondo; vorremmo che a fronte delle tante (e spesso disordinate) spinte mercantili che vorrebbero sfruttare ogni risorsa all’insegna della de-regulation – dall’abusivismo, alla speculazione edilizia e al turismo sregolato – si fosse più attenti alle persone, agli studenti, ai giovani universitari, alle famiglie, a quanti arrivano da altre nazioni e continenti".

La nipote di Don Di Liegro

Luigina Di Liegro, nipote del fondatore della Caritas diocesana e segretaria generale della Fondazione don Luigi Di Liegro, si è soffermata sull’importanza della memoria del convegno del ’74, che "ha aperto al dialogo e al confronto". Da lì si è ripensato il modo di fare solidarietà per cambiare passo a una città come Roma. La Di Liegro ritiene "importante far capire cosa sia successo dopo. La diocesi di Roma, in particolare attraverso monsignor Di Liegro, si è fatta portatrice delle istanze. C’è stata una crescita dell’associazionismo per lavorare insieme. È stato un momento di grande fermento anche grazie al Centro pastorale diocesano per l’animazione della comunità cristiana e i servizi socio caritativi di cui monsignor Di Liegro era direttore".

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