Case ai nomadi, l'annuncio di Gualtieri: "Ai rom stessi diritti dei romani"
Dal 15 settembre via il campo di via Lombroso, il sindaco: "Piano di inclusione che supera le etnie"
Case ai rom, ora è ufficiale. Il Campidoglio ha varato il piano che apre gli immobili anche ai nomadi. "Il campo rom di via Lombroso, non ci sarà più entro il 15 settembre. Se il 16 settembre ci sarà ancora lei verrà da me e io mi scuserò, altrimenti si scuserà lei".
Lo ha detto il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, a margine della tavola rotonda per i cento anni del liceo Mamiani a Roma, interpellato da una troupe televisiva.
Il piano rom
"Il nostro piano rom - ha spiegato - non è sulla carta. La politica sui rom degli ultimi decenni è stata totalmente fallimentare: zero risultati, perché era una politica sbagliata. Esisteva un ufficio rom che considerava i campi una soluzione e noi lo abbiamo sciolto. E la nostra è diventata una politica di inclusione che riguarda cittadini, perché non esistono le politiche per etnia. I campi sono stati fatti crescere per decenni, noi abbiamo realizzato un piano, abbiamo sciolto un ufficio e realizzato e concluso i tavoli di co-programmazione e co-progettazione con il terzo settore e adesso abbiamo una road map per l'integrazione". In arrivo dunque un co-housing delle case popolari che permetteranno.- secondo le idee del Campidoglio - a una nuova fase integrativa per la popolazione nomade. Ora bisognerà capire come reagirà la cittadinanza a questo piano.
Integrazione sociale
Il sindaco Gualtieri, quindi, si è detto "fiero" del piano perché "con l'integrazione sociale, che dispiace tanto alla destra, stiamo eseguendo il primo piano rom della storia di questa città, stiamo integrando i rom dandogli gli stessi diritti degli altri cittadini, contro tutte le posizioni razziste" che "spesso vengono utilizzate, partendo da questioni complicate, per fare propaganda politica". Nella lunga conversazione con la troupe televisiva Gualtieri ha precisato: "C'è però una contraddizione: si denuncia che ci sono i campi rom, ma queste persone o stanno nei campi o sono integrate nelle case, non c'è una terza possibilità. A meno che non si pensino cose che non vogliamo più vedere nella storia. Noto che, chi è contro i campi spesso è anche contro l'integrazione. Perché poi tutti dicono 'io non sono razzista', allora invito a essere a favore della politica di integrazione, perché se si fanno uscire le persone dai campi poi bisogna dargli le case: lo capisce chiunque. In due anni abbiamo fatto di più di quello che hanno fatto altri in 30 anni. E quando io chiuderò i campi potrete dire finalmente che a Roma, qualcosa, si sta facendo"