Case popolari, addio furbetti. Sfratto per chi non paga dopo quattro mesi

Stop ai furbetti: sfratti dopo 4 mesi di morosità, controlli sui redditi, stop alle occupazioni e niente casa popolare a chi ha avuto una condanna penale

di Franco Pasqualetti
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Roma

Chi è moroso negli affitti delle case popolari dell'Ater verrà sfrattato. La pacchia è finita e il nuovo regolamento sugli alloggi popolari vedrà una stretta paurosa: i furbi perderanno ogni diritto, dopo 4 mesi di morosità si perde il diritto all'immobile Erp, decade il contratto e arriva lo sfratto. 

Una scelta dettata dai conti Ater in profondo rosso che punta a rimettere ordine nel caos degli immobili di Comune e Regione. Una mossa forse impopolare ma che porterà ordine dove oggi regna l'anarchia. Affitti e contratti come tra privati: 4 anni + 4 rinnovabili.

La riforma in Regione

Il testo della bozza è in mano all’assessore regionale Pasquale Ciacciarelli da novembre e il 15 febbraio sarà oggetto di un primo reale confronto con le organizzazioni sindacali. Lo scopo è quello di mettere profondamente mano alla legge regionale n.12 del 1999. Da quanto si può leggere, la prospettiva è già chiara: Rocca punta a un giro di vite per colpire “furbetti”, occupanti e stranieri senza un reddito che magari tolgono il diritto di una casa a chi è in lista da anni. 

I punti chiave del testo

La Regione punta a mettere fuori gioco occupanti abusivi, morosi e delinquenti (chi ha condanne penali gravi e passate in giudicato non potrà richiedere una casa popolare) e recuperare crediti visto che Ater ha un rosso complessivo 1,6 miliardi di euro. Per questo chi accumula 4 mesi di affitti non pagati sarà sfrattato.

Scontro politico

Il Campidoglio gestisce circa 25mila appartamenti e punta al controllo dell'Ater portandolo sotto la legida dell'assessorato al Patrimonio. Naturalmente Rocca non ci pensa affatto e per questo motivo ha deciso di mettere fortemente mano al pacchetto Ater, iniziando proprio dalle sedi di partito morose (il Pd è al primo posto...).

Cosa cambierà

Nuovi canoni di affitto (il minimo sarà di 35 euro) e una durata controllata del rapporto, proprio come accade con la agenzie immobiliari e i contratti tra privati: quattro anni, rinnovabili per altri quattro anni, alla fine dei quali però il nucleo familiare dovrà dimostrare di avere ancora i requisiti adatti per beneficiare di un alloggio popolare. Una famiglia assegnataria potrà avere il diritto alla casa anche a vita, ma a differenza di quanto accade oggi, ogni quadriennio dovrà rispondere alle domande dell'ente gestore e dimostrare di avere ancora i requisiti. Se di alza il reddito, se hai commesso una irregolarità nella gestione dell'immobile, arriva lo sfratto immediato. 

Chi può richiedere la casa

Come già predisposto dal testo del 1999, i cittadini stranieri devono essere in possesso di documenti che provino la regolarità della loro presenza sul territorio italiano, che sia un permesso di soggiorno o una richiesta di protezione internazionale. Ma la Regione vuole assicurarsi che queste persone possano pagare l’affitto regolarmente: per questo, se l’ISEE è pari a 0 o comunque inferiore alla soglia minima stabilita, il richiedente dovrà fornire la prova di fonti di sostentamento. Stretta anche per i pregiudicati: chi ha condanne e non ha avuto la riabilitazione non potrà beneficiare delle case Erp. La battaglia sta per iniziare.

 

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