Chiudere Regina Coeli, la “rivolta” della Polizia Penitenziaria: “E' un'idea assurda, no a speculazioni"

Il leader del Sappe della Polizia Penitenziaria manda un messaggio diretto ai politici che vorrebbero chiudere lo storico carcere romano: “Scordatevelo”

Roma

Prima il Pd romano, poi il centrodestra di Francesco Rocca: “Il carcere romano di regina Coeli va chiuso”. “E per fare cosa?” replica il potente sindacato Sappe degli agenti Penitenziari che avverte: “Si scordassero speculazioni edilizie, sì al museo”.

Donato Capece, leader del sindacato Sappe della Polizia Penitenziaria, con 9 mila iscritti tra gli agenti che vigilano su detenuto e carceri italiane, sorride all'idea che si possa pensare ad una chiusura di Regina Coeli.

Capece, che ne pensa?

“E' un'idea assurda ed è già venuta alla ribalta qualche decennio fa. Ma prima di parlare l apolitica sa quanti investimenti sono stati fatti sulla struttura romana? Capisco che può essere interessante dal punto di vista degli investimenti immobiliari ma sei mai la politica decidesse di chiuderlo prima dovrebbe dirci dove vogliono costruire un nuovo carcere romano. E poi noi restiamo dell'idea del Regina Coeli debba diventare un museo”.

Ma l'area sul Lungotevere fa gola, pensa che si possa resistere alla tentazione di trasformarlo in un piccolo quartiere residenziale con case di altissimo valore?

“Già il ministro Castelli con i suoi tecnici voleva dismettere alcune carceri al centro città oggi lo ribadiamo anche al presidente della Regione Lazio e al sindaco di Roma: Regina Coeli non si tocca, è il carcere storico e tale deve rimanere. Oggi non possiamo buttare l'acqua sporca e il bambino”.

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