Ciro Immobile, la perizia sull'incidente col tram: "Il suo suv correva troppo"
La perizia ha fatto emergere che il capitano della Lazio viaggiava oltre il limite consentito dalla codice della strada e avrebbe commesso tre infrazioni
Ciro Immobile andava trooppo veloce. Il capitano della Lazio viaggiava oltre il limite consentito dalla codice della strada e, di fatto, avrebbe commesso tre infrazioni: velocità, mancata prudenza aglo incroci e mancata riduzione dell'andatura in prossimità di una intersezione stradale.
La relazione tecnica richiesta dai magistrati nell'indagine per lesioni gravi è netta: se il centravanti biancoceleste avesse rispettato i limiti, il violento impatto non ci sarebbe stato.
Lo schianto
Non avrebbe colpito e fatto deragliare il tram alla guida del suo Land Rover Defender. Non doveva andare oltre i 50 chilometri orari e invece andava a 65. Se avesse rispettato il limite, procedendo a 45 chilometri orari, avrebbe frenato in tempo e avrebbe scongiurato lo scontro, in cui alla fine, molte persone sono rimaste ferite, seppur lievemente. L'incidente era avvenuto in piazza delle Cinque Giornate il 16 aprile alle 8 del mattino. Dodici le persone ferite. L’autista e otto passeggeri del tram. Poi il calciatore e le due figlie che si trovavano insieme a lui a bordo del suv.
Le accuse al tramviere
Immobile subito dopo l'incidente aveva accusato l'autista del 19 di essere passato con il rosso: "Il mio semaforo era verde e non mi sono distratto, altrimenti non sarei riuscito a sterzare frenando immediatamente”. Il conducente Atac, da parte sua, ascoltato due volte dai vigili, aveva fornito invece una versione ben diversa: "Ricordo di aver superato il semaforo col verde e l'auto che sopraggiungeva a grande velocità”. Una ricostruzione confermata anche da alcuni passeggeri del tram.
I testimoni
Poi, a distanza di due giorni dallo scontro, tre testimoni si erano presentati spontaneamente con una memoria scritta depositata alla sede dei vigili del gruppo Prati, confermando il racconto di Immobile. Testimonianze che però non sono state considerate risolutive dal perito nominato dai magistrati, Mario Scipione. Troppe contraddizioni tra le persone che avrebbero assistito all'impatto. E quindi i periti, nell'impossibilità di poter stabilire chi fosse passato con il rosso, si sono concentrati sulla velocità. L'andatura oltre i limiti di Immobile è un dato inequivocabile.
Il tram andava a 25 km/h
Secondo la perizia il tranviere ha rispettato i limiti: andava a 25 chilometri orari. Questo è un dato fondamentale. Forse - questa è la lieve contestazione - sarebbe dovuto andare ancora più lento in prossimità dell'incrocio. Tuttavia, a discolpa del tranviere, vi è un elemento non affatto trascurabile: il verde semaforico del tram all'incrocio non dura abbastanza da permettere al mezzo di attraversare il tratto prima che scatti il rosso. Ora la palla passa ai magistrati ma per Immobile la perizia è peggio del Var.