Commesse Anas, il Gip svela il sistema Verdini: "Corruzione forte e stabile"

Il Giudice: "Il sistema viveva di agganci politici e conoscenze all’interno di Anas e ad un sistema di scambio di reciproci favori"

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Roma

Gli indagati "erano in grado (anzi sono stati in grado) grazie ai loro agganci politici e conoscenze all’interno di Anas e ad un sistema di scambio di reciproci favori, di avvantaggiare i propri clienti nell’aggiudicarsi gare".

A scriverlo il gip di Roma Francesca Ciranna nell’ordinanza con cui ha disposto gli arresti domiciliari per Tommaso Verdini, figlio dell’ex parlamentare Denis, che risulta anche lui indagato, e altre quattro persone. L'indagine è quella su alcune commesse Anas in cui si ipotizzano i reati, a vario titolo, di corruzione, traffico di influenze illecite e turbativa d'asta.

Il sistema

Nello specifico, si legge in una nota della procura di Roma, si tratta di "commissioni di gara per l'affidamento di lavori per il risanamento strutturale di gallerie, per un importo complessivo di 180 milioni di euro". "E’ certamente sintomatico e significativo il verificarsi di numerosi incontri, tutti in luoghi non istituzionali, spesso differenti e difficilmente monitorabili", scrive il giudice, secondo cui "la motivazione di questi incontri è chiara: intessere rapporti per acquisire informazioni utili in merito alle gare, ottenere i disciplinari in anticipo al fine di riuscire a cucire le offerte al bando nel miglior modo possibile. Queste non sono ipotesi ma certezze".

Turbativa delle gare

Per il gip "dalle indagini è emersa la sussistenza di un sistema corruttivo forte e stabile che ha portato ad una turbativa delle gare per importi milionari. Gli indagati hanno operato con pubblici ufficiali e con i privati loro clienti mettendo a disposizione i loro rapporti stretti con pubblici ufficiali in posizioni apicali all’interno di Anas e delle strutture pubbliche, di volta in volta, coinvolte nelle procedure di interesse dei clienti". "Durante le indagini è emerso che Denis e Tommaso Verdini" insieme con altri indagati, "a seguito delle perquisizioni subite si stavano adoperando in concreto per proseguire il rapporto con gli imprenditori, interponendo una ulteriore società per mettersi al riparo dalle conseguenze penali del loro agire illecito". Quanto "agli imprenditori, dal canto loro hanno accettato di pagare ingenti somme di denaro alla Inver di Verdini" e di un altro degli arrestati "al solo scopo di assicurarsi una corsia preferenziale in Anas, assicurata dai loro intermediari", si legge nelle carte.