Detenuto aggredisce un agente di custodia e tenta di strangolarlo nella cella

Ennesima aggressione ai danni del personale di Polizia penitenziaria nella Casa circondariale di Civitavecchia. Ira del Sappe

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Roma

Ennesima aggressione ieri ai danni del personale di Polizia penitenziaria nella Casa circondariale di Civitavecchia. Ne dà notizia Maurizio Somma, segretario per il Lazio del Sappe, Sindacato autonomo Polizia penitenziaria.

"Siamo diventati carne da macello", lo sfogo del sindacalista.

La ricostruzione

“Durante l'orario di chiusura delle socialità alla 1 sezione Circondariale, intorno alle 19, un detenuto italiano non voleva rientrare in cella perché voleva essere visitato in infermeria: l’Agente addetto lo informava che sarebbe poi stato visitato. A quel punto, il detenuto si è scaraventato contro l'agente mettendogli le mani al collo, procurandogli dei graffi, ma il collega è riuscito a dare l'allarme e, con l’ausilio di altri poliziotti, si è riusciti a ripristinare l'ordine. Il collega è poi andato all'ospedale e gli hanno riscontrato una prognosi di cinque giorni".

"Situazione grave"

Per Donato Capece, segretario generale del Sappe, “la situazione penitenziaria regionale e nazionale fa, ogni giorno di più, emergere la tensione che è non più latente ma palese ed evidente. Bisogna intervenire con celerità, a tutela dei poliziotti penitenziari”. Capece torna a sollecitare “provvedimenti urgenti”, a cominciare da “un inasprimento di pena per i detenuti che aggrediscono il personale di Polizia Penitenziaria durante la permanenza e l’espiazione di pena in carcere”. 

"Serve la presenza dello Stato"

“Serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!”, conclude il leader del Sappe, che si appella ai vertici del Dap affinché creino le condizioni “per ristabilire ordine e sicurezza, attuando davvero quella tolleranza zero verso quei detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta!“.