Dipendenti statali, Roma record: e qui si guadagna più del colleghi del Nord

Il Rapporto Inps sul pubblico impiego conferma che nel Centro Italia c'è il 23,9% del totale degli Statali. E al sud si lavora di meno

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Checco Zalone in Quo Vado
Roma

Roma e il Centro Italia si confermano come il paradiso degli “statali” con il 23,9% del totale nazionale nazionale del pubblico impiego. E, a sorpresa, gli 887 mila dipendenti di Lazio, Toscana e Umbria, guadagnano circa 2 mila euro in più lorde l'anno dei colleghi “pubblici” del nord-est e del nord-ovest. Retribuzioni al sud come al Centro, ma qui si lavora qualche giorno in meno.

A scattare la fotografia del Pubblico Impiego in Italia è l'Inps nell'annuale statistica che viene resa pubblica a novembre e che riunisce i dati relativi all'anno 2022. A sorpresa, ma neanche tanto, nell'amministrazione dello Stato ci sono tante donne che però guadagnano meno degli uomini, per via del part time diffuso. Su 3,3 mln di dipendenti, gli uomini sono 1,2 mln mentre le donne 1,8 mln. La forbice si divarica nel “pianeta” del part time dove la maggioranza delle lavoratrici è schiacciante.

Stipendi medi più alti per gli uomini

La retribuzione media annua nel 2022, pari a 34.153 euro nel complesso, risulta molto differenziata sia per età sia per genere. In particolare, aumenta al crescere dell’età fino a stabilizzarsi dai 55 anni in poi ed è costantemente più alta per il genere maschile (40.157 euro contro 30.262 euro per le donne nel totale).

Quasi 4 su 10 sono impegnati nella Scuola

Ma chi sono i “travet”? La Scuola ingoia il 39,7% dei lavoratori, seguita dal Servizio Sanitario con il 20%, dalle Amministrazioni locali (Regioni, Province, Comuni) con il 15,2% e dalle Forze Armate, Corpi di polizia e Vigili del Fuoco con il 14%. Sempre nel 2022, i contratti a tempo indeterminato nel 2022 sono stati 3.065.709, circa l’82,7% del totale, con una retribuzione media annua di euro 38.083 e 299 giornate medie retribuite.

La carica degli over 40 e l'allarme pensionamenti

Sul fronte anagrafico, il 77,9% dei lavoratori pubblici ha un’età uguale o maggiore di 40 anni. Nel complesso, le lavoratrici superano i maschi con un’incidenza di oltre il 60% in tutte le classi di età, tranne in quelle fino a 19 anni e 20-24 anni, nelle quali la distribuzione per genere è quasi paritaria (rispettivamente, 58% e 53% i maschi, 42% e 47% le femmine). La statistica anagrafica evidenzia anche un'emergenza. Scrive l'Inps: “Si può stimare che nell’arco di dieci anni (al massimo) oltre un terzo dei dipendenti pubblici transiterà alla pensione.

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