Droga a Roma: vale 1,5 miliardi l'anno. A spacciare anche gli insospettabili
Le piazze, i laureati che hanno perso il lavoro e trovano uno stipendio. Lo spaccio via Telegram e Botim. Le dosi anti inflazione
Undici piazze di spaccio “ufficiali”, un esercito di “collaboratori” reclutati tra i disperati senza lavoro o ex detenuti e un giuro d'affari di 1,5 mld l'anno: lo spaccio di droga a Roma è un business che vale più 1,5 miliardi l'anno e che regala lavoro facile a oltre 2 mila persone, tra vendita in strada e consegne a domicilio, oltre al mercato degli appuntamenti riservati via Telegram o Botim.
Chi “importa” lo sanno tutti: dai potentissimi calabresi, sino agli albanesi, passando per africani e maghrebini focalizzati sul “fumo”. A questi ultimi la “cupola” ha riservato due ruoli nel mercato: la distribuzione di cannabis e derivati al dettaglio nei luoghi della movida e la vendita nelle ore di “magra”, cioè dal primo pomeriggio sino alle 20. Poi, quando la richiesta sale, le piazze passano di mano agli specialisti.
Tra la manovalanza dello spaccio anche laureati
Tra i “venditori” ci sono anche insospettabili come un ex commerciante che ha perso l'attività per fallimento col Covid e che tiene in vita la famiglia con 4 ore al giorno: 150 dosi di cocaina pari a circa 4500 euro e 350 euro di guadagno puro. Con 5-6 giorni di “lavoro” a settimana la sopravvivenza è garantita. Poi c'è Camilla: 36 ani, laureata in marketing e comunicazione in un'importante università romana che dopo diversi stage senza neanche il rimborso è stata allontana dall'azienda editoriale nella quale lavorava perché ha resistito alle molestie del superiore che la ha “intossicato la vita”. “Ho mandato centinaia di curricula – racconta ad affaritaliani.it – ma dopo mesi di attesa mi sono arresa. Ora vendo un po' di cocaina quanto basta per mantenermi qui a a Roma lontano dalla mia famiglia d'origine. Perché non ho deciso di provare a cercare lavoro come commessa? Semplice, quando consegno il curriculum con la laurea e un master restano basiti e mi salutano cordialmente. Idem nelle imprese di pulizie. Questo è un Paese che umilia chi studia. Così ho deciso di diventare spacciatrice di droga in gonna e tacchi e con i capelli lunghi. I miei clienti? Brave persone, gente per bene che si diverte e che non ha problemi di denaro”.
Il decino, il ventino e il trentino: la nuova valuta segue l'inflazione
Le regole del mercato vengono decise a Tor Bella Monaca. Qui si realizza poi del 50 per cento del mercato romano, seguito da San Basilio, Ostia e l'hinterland. Poi c'è Casalotti, Montespaccato, Centocelle e la droga del week end a Ponte Milvio e Fleming, tra “bambini della Roma bene” che “pippano” 100 euro al sabato e cercano le pasticche per preparasi alla notte brava. Da dicembre dello scorso anno, a Tor Bella dove da sempre “si batte moneta” come se fosse uno Stato, ha debuttato il nuovo taglio:la dose da 10 euro per chi ha meno soldi e non ce la fa ad acquistare i “ventini”o i “trentini”. E' l'effetto dell'inflazione che ha portato ad introdurre un “taglio ridotto” da 0,20 grammi.
Le chat vip tra Telegram e Botim
E' l'ultima frontiera per evitare il “porta a porta”: a gestirlo sono spesso donne, giovani e spigliate. Il messaggio “Top” parte via chat e da quel momento si prendono gli ordini. Le consegne avvengono sempre in zone diverse tutte limitrofe alle piazze di spaccio ma lontane dai luoghi tenuti sotto controllo dalle forze dell'ordine.
Il paradosso è che nella Roma ormai povera, i canali ufficiali della droga fatturano quasi un quinto dell'Acea, dando lavoro a molti e ricchezza in contanti a pochissimi. Altro paragone: la storica fabbrica romana di biscotti, la Gentilini, nel 2022 ha fatturato 23 milioni di euro. La droga a Roma 1,5 miliardi.