Due morti in cella a Rebibbia: è giallo. Il Campidoglio attacca il Ministero
Il giallo sui due detenuti morti in cella a Rebibbia scatena una guerra politica. In Aula Giulio Cesare dito puntato sul ministro Nordio
Il giallo sui due detenuti morti in cella a Rebibbia scatena una guerra politica. In particolare la maggioranza Pd in Campidoglio chiama in causa le condizioni carcerarie e il ministro di Grazia e Giustizia, Carlo Nordio. L'ultimo caso è eclatante: sono morti a distanza di poche ore l’uno dall’altro.
Avevano 66 e 77 anni ed entrambi erano detenuti, affetti da gravi patologie. Il secondo - del quale, come per il primo, non sono state rese note le generalità - era sottoposto al regime del 41bis, e come l’altro proveniva dal carcere di Rebibbia ma era ricoverato in ospedale.
Faro del Garante
Sui due decessi sono stati avviati accertamenti dal Garante nazionale dei detenuti, la Procura ha aperto un fascicolo solo sul primo sulla tempestività dei soccorsi in cella. Per il Garante delle persone private della libertà del Lazio, Stefano Anastasia, c’è "incompatibilità della detenzione con le malattie gravi, che non possono essere adeguatamente curate in carcere". Presto un incontro con la Asl di zona per accertare lo stato dei servizi sanitari proprio a Rebibbia. Il primo detenuto morto era cardiopatico e diabetico, il secondo era stato colpito da polmonite ed era affetto da insufficienza renale. E i dem hanno presentato sui due decessi un’interrogazione urgente al ministro della Giustizia Carlo Nordio.
Il Campidoglio
Anche in Campidoglio il Pd dà battaglia sulla gestione carceraria. La consigliera Cristina Michetelli ha posto l'accento sull'inadeguatezza delle cure all'interno dei carceri. "Abbiamo problemi atavici - dice la Michetelli - come il sovraffollamento e la mancanza di personale, ma mancano dei presidi capaci di gestire le emergenze al meglio e dentro la struttura carceraria. E invece non abbiamo medicina di base interna o infermieri. Abbiamo segnalato più volte anche alla Regione e alle Asl ma i temi sono anche più ampi. Penso al ragazzo morto nel CPR di Ponte Galeria o ai tentati suicidi a Regina Coeli. Oggi i luoghi dove le persone sono recluse sono zone pericolose per la vita dei detenuti. Serve un intervento del ministro Nordio per sistemare una vera e propria a orologeria"