Energia, bolletta pazza manda in crisi i frati francescani di Roma. Erano “consumi presunti”, salvi dalla chiusura
I frati minori chiedono aiuto a Consumerismo: bloccato il recupero crediti e rifatti i calcoli dei consumi. Incassano un rimborso da 7 mila euro
Le bollette pazze per l'energia non risparmiano nessuno. Accadde così a Roma che un convento di frati che vivono nell'area archeologica più bella del mondo si sono trovati una mega bolletta da 7mila euro che rischiava di mandarli in fallimento. E in più non potevano fare l'autolettura perché il display del contatore era guasto.
Aggiungiamo anche che il gestore di energia aveva avviato anche un'azione di recupero credito. Così i fraticelli hanno tentato il tutto per tutto per non chiudere il convento, affidandosi a Consumerismo, l'associazione no profit, specializzata nella difesa dei diritti dei consumatori.
Le bollette orignate da "consumi presunti". Autolettura del contatore impossibile per un guasto
Il problema, che ha messo in serie difficoltà economiche il convento, era nato da una serie di stime di consumo non accurate effettuate dal fornitore di energia, che per anni ha addebitato costi ben al di sopra del consumo effettivo di elettricità. Tali stime hanno progressivamente incrementato le spese energetiche della struttura, al punto da portare il convento in gravi difficoltà economiche e a non poter far fronte all’ennesime bollette gonfiate, col rischio concreto di chiusura della struttura.
I frati: "Avevamo fatto reclamo ma senza risposta"
"Le bollette che ricevevamo i frati erano sempre più alte, ma nessuno riusciva a spiegare da dove provenissero questi costi - ha raccontato uno dei responsabili del convento - Avevamo provato più volte a contestare, ma senza ottenere risposte soddisfacenti". Gli esperti di Consumerismo No Profit hanno immediatamente bloccato le azioni di recupero del credito e richiesto una verifica delle letture. Dopo un'accurata analisi, è emerso che le bollette erano basate esclusivamente su stime di consumo e che per anni non erano mai state effettuate letture reali del contatore.
"L'intervento è stato risolutivo - ha spiegato il Dott. Giovanni Riccobono, Coordinatore dello Sportello +Tutela - Abbiamo dimostrato che i consumi addebitati non rispecchiavano il consumo reale, ed è stato possibile ottenere il rimborso di 7.000 euro, che il convento aveva ingiustamente pagato nel corso degli anni. Ma il caso del Convento dei Francescani, purtroppo, non è isolato. Sono numerose le segnalazioni di utenti che si trovano a pagare bollette gonfiate a causa di stime di consumo sbagliate”.
Convento salvo e rimborso di 7 mila euro da parte del fornitore.