Expo 2030 diventa caso politico: il Pd pressa Gualtieri sulla Giunta. Inside

La vergognosa sconfitta di Parigi apre a nuovi scenari. E il centrodestra spinge e manda Abodi a Parigi: il prossimo avversario di Gualtieri alle elezioni

di Franco Pasqualetti
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Roma

Un altro obiettivo sfumato. La sconfitta umiliante per Roma nella corsa ad Expo 2030 ha messo la Capitale e l'Italia tutta in una situazione di imbarazzo. E già prima di arrivare all'aereo di ritorno, era già iniziata la bagarre politica. Il Pd va alla carica e chiede al sindaco una riflessione sulla sua squadra: almeno due assessori vanno cambiati. 

Gualtieri da sempre si è detto contrario al rimpasto. E la sua forza erano i suoi programmi: Giubileo ed Expo in testa a tutti. Venendo meno un pezzo da 90 dello scacchiere le correnti interne del Pd sono subito tornate alla carica chiedendo una riflessione al sindaco. Della serie: "Così ci schiantiamo tutti".

La scelta politica

Ecco allora che la lettura diventa totalmente politica. Gualtieri, dopo la batosta di Parigi, esce con le ossa rotte e senza la forza di imporre un'idea che fino ad ora è stata perdente. Roma è un disastro, ci sono assessorati in cui regna l'anarchia, non c'è un progetto e l'unica panacea è il Giubileo. Un Anno Santo che vale oro per l'Amministrazione ma su cui si sta traballando parecchio: i cantieri sono in ritardo, alcune opere saranno terminate nel 2026, quando i pellegrini saranno già andati via da Roma.

La debolezza

La debolezza di Gualtieri, insomma, è palpabile: non ha un rapporto con la città e con i romani. Il suo gradimento è ai minimi storici e le prospettive sono disastrose. In questo terremoto la politica trova il suo habitat naturale: ecco allora che si torna a chiedere al sindaco un cambio di squadra. Un ritocco all'assetto. Una revisione di alcuni punti che tanto fermi non sono più. Il Pd chiede il cambio di due assessori, Gualtieri fino a oggi ha sempre detto no. Oggi Gualtieri ha ancora la forza per dire questo no?

Le mosse della Meloni

In questo scenario chi ne esce alla grandissima è Giorgia Meloni. La Premier aveva annusato la puzza di bruciato su Expo ed è per questo che, a dispetto dei parrucconi che hanno portato avanti la candidatura di Roma regalando sogni e bugie al sindaco, non ha voluto essere a Parigi. Come non aveva presenziato alle Nazioni Unite quando ci fu la presentazione del dossier di Roma. E non è un caso che la Meloni abbia inviato solo Abodi a Parigi: il prossimo avversario di Gualtieri alle prossime elezioni. Se si votasse oggi non si andrebbe forse neanche al ballottaggio. Ma questo denota come il centrodestra non è più una coalizione cialtrona ma inizia a programmare anni prima il futuro. Visti gli avversari in campo neanche servirebbe.