Fa caldo, rinviamo l'apertura delle scuole: anche i presidi dicono no, “meglio i condizionatori”

Il calendario scolastico non si tocca, Cottarelli, associazione presidi: “L'anno scolastico finirebbe a giugno e già fa caldo. Meglio i condizionatori”

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Chiudono le scuole, non si fanno più figli. Foto Lapresse
Roma

Rinviare l'apertura delle scuole da settembre a ottobre? La proposta di dell'associazione Anief e del coordinamento docenti Cnddu, inviata al ministro Valditara, non solo fa imbufalire i genitori ma trova un secco No anche dall'associazione nazionale dei presidi.


Per la presidente Cristina Cottarelli, “non è proponibile spostare il rientro a scuola ad ottobre, soprattutto per le esigenze dell'attività genitoriale già organizzata e poi c'è anche la necessità di tenere in considerazione un numero di giorni di scuola minimo. Quindi se si spostasse il rientro in classe ad ottobre, significherebbe che l'anno scolastico andrebbe inevitabilmente a concludersi a fine giugno, aggiungendo 15 giorni, e questo porrebbe il problema di spostare gli esami di Maturità troppo in avanti. E poi fa caldo anche a giugno".

La proposta: "Dotare le scuole di condizionatori o pompe di calore"

Archiviata l'ipotesi la Costarelli manda un messaggio al ministro “Una soluzione invece potrebbe essere nel migliorare le condizioni degli edifici scolastici, gradualmente, certo non in breve tempo, e con i finanziamenti che hanno a disposizione, gli enti locali preposti potrebbero attraverso manutenzioni straordinarie migliorare gli edifici scolastici: con condizionatori o pompe di calore che possono essere utilizzate sia in estate che in inverno. Ribadisco che lo spostamento della data dell'inizio dell'anno scolastico non risolve nulla, sposta il problema a giugno e causa lo slittamento degli esami e mette in difficoltà i genitori".