Fedez, alla Finanza la “verità” sulla Zedef: “Un potere occulto e trasversale”
Il Codacons svela l'esposto presentato alla Finanza per far luce sulle attività del rapper con la Zedef. Dal Gup il rinvio a giudizio per diffamazione
I guai per Fedez non finiscono mai. Ecco l'esposto inviato alla Guardia di Finanza, con una relazione tecnica che, secondo il Codacons, toglie il velo sulla Zedef, la cassaforte dio famiglia.
Per la redazione del sossier bollente il Codacons che si è avvalso della consulenza tecnica del dotto Gaetano Bellavia, l'esperto che assiste la trasmissione Rai, Report, nella lettura dei bilancio delle società nel mirino delle inchieste televisive di Sigfrido Ranucci.
"Il Gruppo è in mano alla famiglia, cioè a sè stesso"
Secondo la relazione, “Il Gruppo è saldamente in mano alla società Zedef che fa capo alla famiglia di origine di Fedez e cioè oltre a lui stesso, alla madre e al padre che rivestono anche le cariche societarie chiave nella società stessa”, si legge nell’esposto. “Nell’arco di un quinquennio si sono succedute numerose operazioni straordinarie che hanno portato il gruppo ad assumere assetti sempre diversi. Ulteriori e specifiche considerazioni possono essere svolte valutando la tipologia di operazioni straordinarie poste in essere. La scelta di attivare istituti come fusioni inverse e scissioni non proporzionali asimmetriche evidenzia la padronanza con sistemi consulenziali raffinati e di elevato grado di complessità che vanno oltre una semplice esigenza economica o di sviluppo, come peraltro emerge dalla lettura dei relativi atti notarili (estremamente articolati) e dai flussi finanziari, ben rappresentati negli allegati documenti, che restituiscono un’operatività fiscale molto molto complessa”.
Un sistema che "può travalicare e deviare"
Prosegue la relazione: “Altro aspetto da considerare è la fitta trama di rapporti di affari con nuovi soggetti che delinea l’allegata ricostruzione e rappresenta un salto di qualità, in termini strategici, rispetto a quanto osservato in precedenza. La situazione merita un’analisi più ampia al fine di cogliere le ragioni strategiche sottostanti che, ancorché potenzialmente lecite, possono talvolta travalicare e deviare in una forma di “potere occulto e trasversale” la cui conoscenza non può rimanere estranea all’attività istituzionale del Corpo”.
Denuncia Codacons per Calunnia: Fedez teste il 6 maggio
Il giudice ha ritenuto che il Codacons e Carlo Rienzi siano legittimati a costituirsi parte civile e quindi che abbiano subito un danno e ha rinviato l'udienza al 6 maggio alle ore 13.30 perché Fedez ha chiesto di essere interrogato''. E' quanto si apprende sull'udienza che si è tenuta stamattina dinanzi al Gup del Tribunale di Roma, Marisa Mosetti, per decidere sul rinvio a giudizio di Fedez per il reato di calunnia ai danni del Codacons. Al centro della vicenda - come spiega il Codacons in una nota - le accuse mosse dal rapper all’associazione dei consumatori circa un presunto banner ingannevole pubblicato nel 2020 sul sito del Codacons in tema di coronavirus, accuse ritenute del tutto illegittime e infondate dalla Procura di Roma che ha chiesto ora al Tribunale di processare Fedez per calunnia.
''Il 6 maggio - spiega il Codacons - verrà sentito Fedez e poi si deciderà sul rinvio a giudizio. Il rapper quindi si presenterà in tribunale per essere sottoposto alle domande degli avvocati, ovviamente anche del nostro, Claudio Coratella'', conclude.