Franco Oppini, Ninì Salerno, Jerry Calà, Umberto Smaila: la vera storia dei Gatti di Vicolo Miracoli. Con Verdone e Abatantuono

La recensione. La leggenda tramanda che nel gennaio del 1971 un gruppo di ragazzi partì da Verona per “conquistare” Roma. Si chiamavano Studio 24. Ma il vero successo arrivo a Milano

di Patrizio J. Macci
Roma

Se nasci gatto, muori gatto. Ma loro, i Gatti di Vicolo Miracoli, sono vivi sia fisicamente che artisticamente più che mai con un marchio indelebile: quello di essere stati, appunto, Gatti.

A far rivivere il sodalizio durato quasi quindici anni ci ha pensato Franco Oppini che ricostruisce da zero la loro vera storia in un pregevole libro documento che mancava nel panorama editoriale italiano. Innanzitutto i Gatti all’inizio erano sei, due si persero per strada e la formazione divenne quella ufficiale: Franco Oppini, Ninì Salerno, Jerry Calà, Umberto Smaila.

La leggenda narra.. ma finì in tutt'altro modo

La leggenda urbana tramanda che nel gennaio del 1971 un gruppo di ragazzi partì da Verona per “conquistare” Roma. Si chiamavano Studio 24, perché 24 erano gli studenti della compagnia teatrale che si era formata al teatrino del liceo classico veronese Scipione Maffei, frequentato da tutti loro. Strada facendo cambiarono nome e arrivarono nella capitale trasformati in Gatti di Vicolo Miracoli. Era nata una nuova forma di comicità, erano arrivati i Monty Python italiani. Le nuove generazioni ridono guardando i loro spettacoli su youtube, i “capittooo”, i “Proooova!” di Jerry Calà. Ma la storia orale va sempre passata al setaccio di chi l’ha vissuta fino a quando si è in tempo, ed è quello che fa l’intervistatore sottoponendo la ricostruzione degli eventi ad ognuno dei felini. Le risposte che raccoglie spesso cozzano dando vita a una vera e propria messa in scena.

L'esplosione al Derby di Bongiovanni e la zampata di Cino Tortorella

Comunque sia il viaggio a Roma fu un mezzo fallimento, Milano era la città che li avrebbe lanciati nell’olimpo del cabaret aprendogli poi le porte della televisione fino ai successi cinematografici delle carriere post scioglimento. Milano significa Derby il locale mitico dove passavano artisti del calibro di Enzo Jannacci, Paolo Villaggio, Diego Abatantuono, Cochi e Renato, Teo Teocoli, Massimo Boldi, Claudio Bisio, Dario Fo. L’attivatore, il talent scout, che realizzò il prodigio dell’esordio sul palcoscenico fu un vero e proprio mago: Cino Tortorella, in arte Mago Zurlì. Fu lui a convincere il proprietario del Derby Club, il mitico Bongiovanni, a dare una chance a quelli che sembravano un gruppo di scappati di casa.

Sarebbero dovuti rimanere on stage per un paio di sere invece non si fermarono più, Verona Beat, incisa nel 1979 come colonna sonora dei titoli di testa del film Arrivano i Gatti, divenne disco d’oro con trecentomila copie vendute, ancora oggi viene sparato a tutto volume prima della partita della squadra di calcio scaligera.

Il vicolo Miracoli tra case di tolleranza e ufficio delle tasse

Il Vicolo Miracoli a Verona esiste davvero per chi non resiste alla curiosità di saperlo. Prima della Seconda guerra mondiale era una strada dove a un capo c’era una casa di tolleranza, alla fine l’ufficio delle tasse. Chi la percorreva aveva forti possibilità di uscirne… in mutande, il grado massimo della comicità appunto.

Franco Oppini
CHIEDILE CHI ERANO I GATTI DI VICOLO MIRACOLI
Conversazione poco seria con Paolo Silvestrini
Prefazione di Diego Abatantuono
Con una nota di Carlo Verdone
IACOBELLI EDITORE 2024

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