Giubileo, rivolta delle piccole imprese: "Rivedere il sistema degli appalti"
Quasi tutte le opere giubilari, infatti, sono state affidate ad Anas: un paracadute e un ombrello che mette al riparo dai problemi l'Amministrazione
Roma è un enorme cantiere. Le opere del Giubileo sono ovunque, da San Pietro al Centro storico. Una serie infinita di cantieri, piccole e grandi opere. Da sempre i lavori portano ricchezza, impiego e rilancio dell'economia locale: a Roma no. A denunciarlo sono Confapi Roma e Lazio e Aniem che, con una lettera al sindaco, hanno chiesto di rivedere il sistema degli appalti.
Quasi tutte le opere giubilari, infatti, sono state affidate ad Anas: un paracadute e un ombrello che mette al riparo dai problemi l'amministrazione. Zero rischi e allo stesso tempo massimo sconforto delle piccole e medie imprese che vivono di appalti e bandi di gara.
Il sistema che non va
Ecco allora che con una lettera inviata al Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, all’Assessore ai Lavori Pubblici, Ornella Segnalini, al Responsabile Dipartimento Infrastrutture, Ernesto dello Vicario e all’Assessore all’Ambiente, Sabrina Alfonsi, Confapi ha riproposto l’esigenza inderogabile di adottare un sistema di gare che garantisca un’effettiva concorrenza e il rispetto dei principi di pubblicità e trasparenza. Un'ulteriore sollecitazione che scaturisce sia dai recenti appalti indetti dai Municipi, nei quali emerge una scarsa attenzione alla competitività e alla rotazione degli inviti, che da quelli relativi alla manutenzione del verde pubblico dove continuano a palesarsi parametri selettivi illogici, sproporzionati, difficilmente verificabili.
Le motivazioni
Ma perché si è scelta la strada di evitare le gare d'appalto? I problemi sono fondamentalmente due: il primo è che non c'è più professionalità nel saper scrivere un bando di gara. Troppi cavilli, regolamenti stratificati, burocrazia incancrenita e un costante rischio di ricorsi e rallentamenti sul cronoprogramma. Una sconfitta amminsitrativa, inutile sottolinearlo: si sceglie di non scegliere. Una logica che chiama il secondo problema: i dirigenti comunali non firmano più gli atti per paura di trovarsi difronte a rischi cui la politica non pone rimedio. Ecco che il sistema si blocca. Tutto ha avuto inizio dopo Mafia Capitale: ora il sistema Roma è paralizzato. Ecco allora che si sceglie la via materasso di Anas: tutto pronto, chiavi in mano, nessun rischio. Governare è un'altra cosa, ovviamente e per questo Confapi chiede una revisione del sistema.
La lettera
"Nonostante ripetute segnalazioni e incontri - si legge - nei quali era stato condiviso un percorso di massima pubblicità sull’intero ciclo gestionale degli appalti (dalle manifestazioni di interesse all’esito delle procedure) non è stato rilevato alcun cambiamento sostanziale a garanzia dei principi fondamentali finalizzati a tutelare effettiva concorrenza e trasparenza. Continuano, peraltro, a susseguirsi procedure ristrette a inviti con una costante compressione delle opportunità di accesso al mercato. In tale contesto che evidentemente penalizza le imprese del territorio è urgente adottare regole condivise che recepiscano la concreta applicazione dei principi di trasparenza, concorrenza e pubblicità.
Serve un confronto
Nei giorni immediatamente successivi all’invio della nota nella quale l’Associazione ha sollecitato un confronto urgente, l’Amministrazione ha attivato una consultazione sul testo relativo al “Regolamento per l’istituzione e la gestione degli operatori economici di Roma Capitale”.