Gualtieri e il Consiglio Comunale: “Per ora vivono di rendita”. Ecco le prove

Il capogruppo della Civica Raggi esamina uno ad uno i provvedimenti dell'assemblea Capitolina. E, sorpresa... L'opinione

di Antonio De Santis
Roma
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Una media di due delibere al mese, la maggior parte delle quali relativa ad atti già avviati dalla Giunta Raggi. E nulla più. E' questo il primo bilancio dell'attività del Consiglio Comunale di Roma Capitale.

Sono trascorsi circa sei mesi dall’insediamento della nuova Assemblea Capitolina a trazione Dem con Roberto Gualtieri seduto sullo scranno principale dell’Aula Giulio Cesare. Sei mesi in cui si è potuto “toccare con mano” il lavoro di questa maggioranza. Facciamo parlare i numeri e i contenuti. Uno sguardo asettico, sia sotto il profilo quantitativo che dal punto di vista qualitativo.

In termini numerici, se escludiamo gli atti dovuti quali la costituzione delle Commissioni Consiliari, le varie delibere di insediamento e quelle di approvazione del bilancio e del DUP (altro atto dovuto), le delibere dell’era post Raggi finora approvate in Assemblea Capitolina sono quattordici, una media di poco più di due al mese.

Al di là delle 'fredde' cifre, ciò che emerge da un'analisi più dettagliata di questi atti è il sostanziale immobilismo che ha caratterizzato i primi sei mesi di insediamento dell'attuale maggioranza, che si è limitata ad approvare atti dovuti o a portare avanti il lavoro della precedente amministrazione Raggi senza alcun apporto di novità in termini di proposte per la città.

Ma procediamo con ordine.

Nel mese di dicembre sono state approvate sei delibere, di cui almeno tre legate a processi nati e, di fatto, ultimatisi, nella consiliatura Raggi: la nascita del Forum cittadino per i beni confiscati, l’acquisto della rimessa Atac di Piazza Bainsizza e il trasferimento della Ferrovia Roma Pantano a Roma Capitale. Alcune di queste delibere sono state addirittura votate con il frontespizio originale della delibera in cui appariva ancora il nome Virginia Raggi in luogo di quello del nuovo Sindaco. Le altre delibere di dicembre hanno riguardato l’alienazione delle aree del Borghetto Flaminio, la razionalizzazione periodica delle partecipazioni pubbliche di Roma Capitale e la Disciplina relativa alle tariffe per i servizi pubblici. Atti piuttosto tecnici che non hanno certamente suscitato l'interesse dei cittadini.

 


 

Passando al mese di gennaio, oltre all’approvazione della delibera di Bilancio, è stata ratificata l’adesione di Roma Capitale alla Fondazione Roma 2024 in vista degli Europei di nuoto. Anche in questo caso, la nuova maggioranza si è sostanzialmente limitata a formalizzare un lavoro svolto dalla precedente consiliatura. Sempre a gennaio, l'Assemblea Capitolina ha proceduto con l'aggiornamento preventivo della spesa compreso nella relazione finanziaria del secondo piano P.E.E.P.: altra delibera squisitamente tecnica di scarso o nullo impatto sulla città e sulla vita dei cittadini romani.

Il Pums è la prova probante

A febbraio la maggioranza dem si è 'superata' con una magistrale prova di incoerenza: l'approvazione del Piano urbano per la mobilità sostenibile integralmente portato avanti dall'Amministrazione Raggi e oggetto di critiche da quegli stessi consiglieri capitolini che, poi, l'hanno votato favorevolmente.

Infine, durante il mese in corso, vi è stata l'approvazione del piano di recupero di iniziativa privata di Palazzo Sciarra e la cessione della Ferrovia Roma Lido da Roma Capitale alla Regione Lazio.

Da un bilancio complessivo del lavoro finora svolto dall'attuale Assemblea Capitolina a trazione dem, tra delibere derivanti dalla precedente consiliatura e delibere che rappresentano atti dovuti da parte delle amministrazioni, si evince che gli atti di significato politico sottoposti all’aula Giulio Cesare da parte della nuova Amministrazione sono stati soltanto otto, di cui tre aventi ad oggetto alienazioni di beni immobili o di linee ferroviarie.

Davvero roba per chi, durante la scorsa consiliatura, non ha perso occasione per criticare il lavoro della precedente Assemblea Capitolina. 'Ci prendiamo il tempo che serve', è la risposta che proviene dall’area della maggioranza. Noi, invece, ci prendiamo il tempo che serve per raccontarlo".

Antonio De Santis, capogruppo Lista Civica Raggi