Guerra Ucraina, le imprese del Lazio rischiano di fallire: costi insostenibili
Unindustria mette in allarme il Governo: "Il costo dell'energia in due anni è passato da 600 milioni a 3miliardi e mezzo"
Guerra in Ucraina, il costo dell'energia dal 2019 è aumentato di sei volte nel Lazio. Unindustria lancia l'allarme: "Così le imprese rischiano la paralisi".
Il presidente di Unindustria (Unione degli industriali e delle imprese) Angelo Camilli nel corso della presentazione della piattaforma web-app 'AiutImpresa' ha condiviso alcuni dati allarmanti che riguardano il caro energia, accentuato dal conflitto in Ucraina.
Costo energia nel Lazio: da 600 milioni a 3 miliardi e mezzo in 2 anni
Camilli ha dichiarato: "I rincari dell'energia elettrica e del gas erano insostenibili già prima del conflitto armato, ora ancora di più: i costi per l'energia delle imprese del Lazio passeranno da 600 milioni del 2019 a 3 miliardi e mezzo di quest'anno, un aumento di 6 volte dei costi energetici".
Camilli: "Esclusi dalla stima i consumi di pubblica amministrazione"
Una stima che tiene conto, per ora, del settore manifatturiero e dei servizi, perchè come sottolineato dal presidente: "I costi che stanno gravando sul sistema delle imprese sono enormi, noi abbiamo fatto una stima che riguarda la nostra regione Lazio sui costi complessivi a cui facevo riferimento prima e solamente considerando i consumi elettrici del mondo manifatturiero e dei servizi, escludendo i consumi di pubblica amministrazione in generale noi passeremo dai 600 milioni di euro del 2019 ai 3 miliardi e mezzo di euro di quest'anno un aumento di sei volte i costi energetici per le nostre imprese".
Unindustria: "Alcune imprese rischiano la paralisi"
Un impatto che avrà evidenti ripercussioni sul proseguimento di molte attività imprenditoriali nella regione. Un monito che il presidente lancia con preoccupazione: "E' evidente che l'impatto è differenziato ma ci sono tanti settori sui quali questo impatto sarà paralizzante e in questo momento non è un problema di riduzione di marginalità o di competitività, ma si tratta proprio di sopravvivenza del sistema di tante imprese".
Camilli: "A rischio blocco della produzione"
Un quadro drammatico che non è lontano nel futuro ma già di triste attualità in alcuni contesti industriali. Camilli ha infatti annunciato: "Oggi già abbiamo tanti casi nella nostra regione, ovviamente nel nostro paese, di blocco delle attività produttive proprio perché in tante circostanze l'energia elettrica e il gas rappresentano un fattore di produzione importante quindi rappresentano un'incidenza sui costi di produzione elevatissima".
In crisi la produzione di ceramiche sanitarie
Fra chi sta risentendo maggiormente della crisi del caro energia ci sono le aziende di ceramica del distretto industriale di Civita Castellana: "Nel Lazio uno dei settori molto colpiti è nel viterbese a Civitacastellana, un distretto leader nella produzione di ceramiche sanitarie dove il gas è proprio un fattore di produzione per alimentazione forni e sta diventando una situazione insostenibile - ha concluso Camilli - la situazione è molto seria e va affrontata con provvedimenti molto forti da parte del governo e delle autorità europee".
Unindustria si rivolge al Governo: "Così il paese non ce la fa"
L'appello di Unindustria è rivolto al Governo che, secondo il presidente Camilli, ha fino ad ora preso dei provvedimenti "tiepidi" e non significativi: "E' una situazione che si sta aggravando con il conflitto armato e i rimedi o soluzioni non sono solo a livello nazionale, ma internazionale come sta cercando di fare il presidente Draghi, portando in Europa la tematica. Il nostro paese da solo probabilmente non ce la può fare, ha già stanziato 18 miliardi e sappiamo che la situazione di debito pubblico non ci consente molto facilmente di andare ulteriormente in deficit per finanziare questi extra costi".
Le proposte di Unindustria
Fra le ipotetiche soluzioni sollevate da Unindustria vi è la necessità di prendere "provvedimenti di tipo regolamentare che adottino anche un tetto se possibile, anche se sappiamo che non è facile, al prezzo del gas, interventi anche di natura fiscale molto forti che riguardino le accise e l'iva. Sono necessari interventi di natura straordinaria per consentire al sistema delle imprese di continuare la propria attività produttiva altrimenti rischiamo un loop".