"I diktat di Sangiuliano sui Fori Imperiali". Giovanni Caudo svela le carte

Roma

"I diktat del ministro Sangiuliano sui Fori Imperiali e sul progetto con i fondi Pnrr". La verità esce a galla grazie a Giovanni Caudo che da buon urbanista ricostruisce la vicenda delle "prescrizioni personali" imposte dal ministro al sindaco Gualtieri.

 

Scrive Caudo un un lungo e dettagliato posto su FB: "I Diktat del Ministro sui Fori …, “Queste piazze non s’hanno da fare”. Nel Dpcm sui progetti del Giubileo, pubblicato l’8 giugno 2023, ci sono due interventi, il n.23 e il n.29, entrambi riguardano il “Centro Archeologico Monumentale - ambito via dei Fori Imperiali”:

- il primo prevede la pedonalizzazione e riqualificazione via dei Fori Imperiali lo stanziamento è di 10.5 milioni di euro;
- il secondo è invece il concorso internazionale di architettura per cui sono previsti 300 mila euro.


 

 

Questi due interventi sono ovviamente legati: i progetti del primo discendono in gran parte dallo svolgimento del secondo, è necessario quindi che i tempi del bando siano rapidi. Dall’8 giugno sono passati ormai quasi 90 giorni e ancora non è stato bandito il concorso. Il ritardo non è escluso che lo si debba alla necessità di assumere i diktat del ministro Sangiuliano contenuti nel verbale del 2 agosto (vedi copia in allegato).

Nel verbale non si fa riferimento a norme di legge a vincoli determinati da regolamenti a cui i progettisti del concorso si dovrebbero attenere, ma si elencano solo “i desiderata personali” del Ministro, tra questi spiccano due passaggi, li riporto letteralmente:

“Nessun riferimento alla realizzazione di nuove piazze lungo il percorso di via dei Fori Imperiali”

“ […] senza tuttavia intaccare il sedime di via dei Fori Imperiali con i relativi marciapiedi e piazzole lasciando quindi inalterata l’ampiezza dei marciapiedi e della carreggiata;”


 

Il concorso di architettura internazionale deve essere bandito il prima possibile rispettando il contenuto che era già nei documenti messi a punto dall’amministrazione, lasciando liberi gli architetti di proporre la loro migliore soluzione progettuale per un’area il cui valore storico e archeologico è complesso e va molo oltre lo stradone dritto e lungo di Mussolini e i suoi marciapiedi che tanto stanno a cuore al Ministro.

Negare poi l’uso del termine “piazza” in un progetto di riqualificazione e di pedonalizzazione vuol dire negare, cancellare, la stessa storia urbana e civile del nostro Paese.

Sono contento che sta crescendo l’attenzione su questa vicenda, dopo la segnalazione che abbiamo fatto come Roma Futura. Sia ieri sia oggi, i giornali hanno dedicato attenzione a un tema che, come hanno insegnato alcuni sindaci, penso a Petroselli, non è affatto elitario ma è il tema più popolare e più romano che ci sia".

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