I pini di Roma incantano Brian May, Queen. Italia Nostra: “Potature dannose”
Il chitarrista dei Queen, Brian May, pubblica su Instagram i video dei pini Monumentali. Italia Nostra: “Chi li elogia e chi li pota male”. Le domande
Un gesto d'amore di Brian Ray, il chitarrista dei Qeen e i pini monumentali di Roma, volano su Instagram dove in poche ore i due video girati dal musicista spopolano.
Scrive Ray: "I pini di Roma sono alberi iconici, la bellissima firma di questa città. Ne sono incantato. "Pini Ombrelli!" Alberi a ombrello. Pini che crescono sulla pietra. Pinus Pinea. Su internet ho trovato tutto sulle loro origini, ma niente sul perché la loro chioma cresca così in alto rispetto al terreno, con una linea di demarcazione netta".
Italia Nostra a testa bassa contro l'assessore Alfonsi
E subito arriva il commento al vetriolo di Italia Nostra che attacca l'assessore Sabrina Alfonsi e la manutenzione del verde romano. Scrive Italia Nostra: “Dopo tanti altri artisti, un altro artista coglie l’essenza di questi alberi unici e specialissimi. Ancora una prova che dire "Pini", vuol dire Piazza Navona, Fori, Colosseo, Vaticano, Cupole, qualcosa di più ancora, poiché, sparsi come sono per l’intera città, cantano ovunque la gloria e la bellezza di Roma. Purtroppo essi sono molto sofferenti, attaccati da un parassita che li porta, se non curati, alla morte nel giro di pochi anni . La cura c'è'. L'antagonista lo si sta cercando, ma arriverà tra qualche anno. Occorre curarli perciò con l endoterapia nel tronco con l' abamectina, la sostanza prescritta dal Ministero della Salute e basta lasciarli in pace e non togliere loro la forza di resistere, evitando ogni forma di potature”.
Le domande di Italia Nostra all'assessore
“E invece persino sulla Colombo, (da Navigatori a Laurentina e da qui al Lago Eur) dove sembrano fortunosamente resistere dopo buone cure sono arrivate le "inutili e dannosissime potature". Di questo dobbiamo chiedere ancora una volta direttamente all' Assessore.
Perché li potate?
Perché spendere cifre ben più consistenti della cura?
Perché non ascoltare gli organismi più accreditati?
Perché non destinare quei fondi per curare "subito " tutti quelli rimasti indietro, che presto potrebbero essere dei tristi scheletri d' alberi morti in piedi?
La scienza, come spesso autorevolmente si dice, va ascoltata.
Perché non questa volta”?