Il silenzio del vuoto ai funerali di Leroy: paracadute sulla bara, Rai assente

Yanez incollò alla tv l'Italia, al suo funerale la Rai non manda neanche una corona di fiori. Alla cerimonia solo i familiari

di Patrizio J. Macci
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Roma

Philippe Leroy, uomo d’azione e paracadutista, lo ricorda il suo paracadute d’emergenza arancione che avvolge il feretro nella Chiesa degli Artisti e la presenza discreta ma folta di paracadutisti e appassionati dello sport estremo accorsi al suo “ultimo lancio” Ignorato dalla Rai.

Philippe Leroy scomparso a novantatré anni è stato uno spirito libero nella sua esistenza e nel personaggio che ha interpretato rimasto scolpito nella memoria collettiva non solo in Italia, ma ovunque andasse: il corsaro portoghese Yanez de Gomera con l’immancabile sigaro all’angolo sinistro della bocca e il cappellaccio. Loro sono presenti insieme ai familiari italiani italiana e quelli francesi, manca invece qualsiasi segno della Rai che alla sua interpretazione nello sceneggiato Sandokan deve molto del successo che ha fatto della serie una delle più viste e apprezzate nella storia della televisione italiana, senza nulla togliere alle due stagioni in Don Matteo e al Leonardo Da Vinci.

Se n'è andato con le sue medaglie

Se n’è andato letteralmente con le medaglie sul petto (due guerre con la bandiera della Francia, in Indocina e Algeria) e l’Italia come patria d’adozione cinematografica quando si era definitivamente congedato con il grado di capitano: due Legion d’Onore e una vita davanti.

Nonostante la celebrità non è mai stato personaggio

Lo aspettava il cinema d’autore fino alla fama planetaria raggiunta con il Sandokan televisivo degli Anni Settanta nel quale interpreta un ruolo che la sceneggiatura sembra avergli cucito addosso. Nonostante la celebrità non è mai stato personaggio, andava a Fomello a seguire gli allenamenti della Lazio come uno spettatore qualunque. Nell’aprile del 2011 ancora in perfetta forma era partito con un gruppo di amici per l’Afghanistan dove gli abitanti del posto lo chiamavano con il nome del personaggio, soprattutto i bambini: “Yanez, Yanez”.

Il personaggio aveva surclassato l’attore anche il quel remoto angolo di mondo. Lui si era seduto con loro a chiacchierare, facendo aspettare un agente del Secret service che sudava sotto l’elmetto e con un pesantissimo giubbetto antiproiettile. La nobiltà d’animo.