“Io strangolato da un poliziotto”. Ultima Generazione, l'attivista denuncia
La storia di Giacomo che racconta le violenze subite al Commissariato Prati. Il giallo del referto del Pronto Soccorso “modificato”
Il blitz agli internazionali d'Italia di tennis, l'arrivo della Polizia e poi la permanenza all'interno degli uffici del Commissariato Prati: qui l'attivista Giacomo, secondo la sua denuncia sarebbe stato oggetto di violenze. Non solo.
E nella notte tra lunedì e martedì l'organizzazione spedisce ai giornali una ricostruzione circostanziata dei quanto sarebbe accaduto, corredata da foto e video.
La ricostruzione degli attivisti
Scrivono gli attivisti: “Oggi 13 maggio, durante la permanenza di oltre 6 ore presso il Commissariato di Prati a Roma, a seguito della partecipazione all’azione di Ultima Generazione al Foro Italico, Giacomo è stato oggetto di violenza ed abuso di potere da parte della polizia. Un agente ha strozzato due volte Giacomo, mettendogli le mani al collo, e gli ha tirato e strappato i capelli. Tanto da dover ricorrere alle cure del Pronto Soccorso. La gravità dell’accaduto è anche dovuta al fatto che se inizialmente è stato emesso un referto con 15 giorni di prognosi, a testimonianza della gravità della lesione avvenuta, dopo aver parlato con la polizia, il medico è tornato con un nuovo referto con la prognosi di 1 giorno. Non solo la violenza sulla persona, ma anche l’abuso di potere verso una struttura sanitaria di Pronto Soccorso”.
"I colleghi stavano a guardare"
E Giacomo racconta: “Mentre il poliziotto mi strangolava, i suoi colleghi sono rimasti a guardare. Quando hanno cambiato la prognosi per le pressioni del poliziotto non potevo crederci. Provo rabbia e vedere che non importa cosa dicessi, non venivo ascoltato, così mi ha fatto sentire impotente. È questa la democrazia?”
"Dopo Pisa la violenza anche su di noi"
è Il commento dell'organizaazione: “Dopo i manganelli sugli studenti di Pisa e altre cariche della polizia su manifestanti degli ultimi mesi, come sugli studenti di Torino, Roma e Genova, la violenza fisica della polizia è toccata anche alle persone di Ultima Generazione. E’ palese come in Italia sia in corso una torsione autoritaria, per prima culturale e legislativa, in cui il dissenso, la protesta, il diritto a manifestare pacificamente riconosciuti dalla Costituzione, vengono per primi additati all’opinione pubblica come il problema del Paese, e le persone ghettizzate e marginalizzate, con appellativi creati ad hoc: terroristi, vandali, teppisti, etc. Una narrativa che criminalizza gli attivisti ed equipara automaticamente la protesta alla violenza. Questo serve a livello mediatico a togliere dalla scena le ragioni della protesta, per coprirle con le azioni, in maniera che i cittadini siano distratti dal reale”.